Sarri e la Lazio, c’è una trappola da evitare: Juric alla ripresa è un pericolo
ROMA - La sosta per le nazionali, soprattutto in un momento d’emergenza come quello attuale, per la Lazio è un’occasione per rifiatare, recuperare energie, infortunati e rimettere ordine. Allo stesso tempo, però, questi momenti di stop per Maurizio Sarri rappresentano ormai da un po’ di tempo un piccolo incubo. Ogni volta che il campionato si ferma, la sua Lazio fatica a ripartire, come se qualcosa si interrompesse nella continuità mentale e fisica del gruppo.
Rientri
Sarri non è più riuscito a trovare la giusta continuità al rientro dagli impegni delle nazionali (o comunque al rientro dopo una pausa). Le soste, per la sua Lazio, si sono spesso trasformate in trappole. Nell’ultimo anno prima delle dimissioni del tecnico, i precedenti erano stati tre: una sola vittoria - con il Sassuolo - e due sconfitte contro Juventus e Salernitana. Ampliando di più l’analisi, in generale il Comandante da quando è in biancoceleste ha guidato la squadra in 13 circostanze dopo uno stop di due o più settimane: in questi match ha ottenuto 6 vittorie, un pareggio e 6 sconfitte. E ben 3 di quest’ultime sono arrivate nelle ultime 4 occasioni, considerando anche il ko dello scorso settembre contro il Sassuolo al Mapei Stadium (arrivato al rientro dopo la pausa per le nazionali). Quando si rompe la routine, quando la macchina si ferma per qualche giorno, qualcosa si inceppa. La squadra appare meno fluida, più pesante, quasi ingolfata.
La sfida contro l'Atalanta
Quello di domenica a Bergamo sarà un test importante, non solo per la classifica, ma per il morale. I biancocelesti arrivano da settimane complicate, con infortuni, rotazioni obbligate e prestazioni altalenanti. Servono punti, ma anche una scossa caratteriale. E per Sarri c’è un obiettivo in più: sfatare il tabù delle ripartenze post-sosta. Certo, l’avversario non è dei più semplici. La Dea, ora guidata da Ivan Juric, per stessa ammissione di Mau ha cambiato poco rispetto al modello consolidato di Gasperini: "Solo dettagli, resta una squadra veramente forte". Proprio una partita così, però, può diventare un’occasione per dare una scossa. Serve una prova di orgoglio, di compattezza e di equilibrio. Serve la Lazio che sa soffrire, che sa restare dentro la partita sempre. E Sarri sta lavorando molto sull’aspetto mentale durante la sosta, sia sulla squadra che su sé stesso.
Serve una Lazio diversa
Il tabù, in fondo, è tutto qui: trasformare la pausa in energia, non in interruzione. Rompere un ciclo che dura da troppe gare e che ha lasciato troppi rimpianti. Troppe delusioni sono arrivate al rientro dopo periodi di sosta e adesso, contro l’Atalanta, servirà una Lazio diversa. Più cattiva, più compatta, più viva. Una vittoria a Bergamo aiuterebbe a cancellare le difficoltà di queste prime settimane, restituirebbe fiducia e continuità. Sarebbe il segnale che la squadra ha imparato a gestire anche i momenti di discontinuità. Domenica sarà un vero e proprio test psicologico, un banco di prova per capire se i ragazzi di Sarri sono pronti a voltare pagina. Per il Comandante è tempo di trasformare il tabù in una ripartenza.
