Giornata di vigilia anche per il Lecce di Marco Giampaolo, domani ospite della Juventus di Igor Tudor all'Allianz Stadium di Torino, in occasione della 32esima giornata del campionato di Serie A. Salentini alla ricerca di punti salvezza dopo il pareggio interno con il Venezia di Di Francesco, essendo a sole due lunghezze di distanza dall'Empoli di D'Aversa, che attualmente rappresenta la zona retrocessione. In conferenza stampa, il tecnico giallorosso non si è nascosto dietro le difficoltà del momento, senza dimenticare un avversario che "ha cambiato pelle nelle ultime partite".
Giampaolo: "La motivazione di fondo è l'obiettivo, non voglio una squadra remissiva"
"Abbiamo tutti i motivi per essere motivati", così Marco Giampaolo ha aperto la sua conferenza stampa, a poco più di 24 ore dal fischio d'inizio di Juve-Lecce. "Qualsiasi cosa oggi deve motivarci, qualsiasi avversario - ha proseguito l'allenatore della formazione salentina - . La motivazione di fondo è l'obiettivo, e deve passare attraverso queste partite importanti. La squadra ha lavorato bene come sempre. Al di là del blasone dell'avversario, troviamo una squadra che ha cambiato pelle nelle ultime partite, è una sfida tostissima. Ma non c'è niente di nuovo, lo era anche quella contro il Venezia". E poi ha aggiunto: "Bisogna fare una partita di grande spessore fisico, agonistico e tattico. Senza tralasciare l'aspetto tecnico, che è l'essenza del calcio. Dobbiamo essere bravi a massimizzare quello che ci lascerà la Juventus, ma non bisogna sbagliare l'atteggiamento mentale. Bisogna avere personalità per giocare queste partite, la giusta presunzione. Presunzione significa scendere in campo con la volontà e l'autostima necessaria per dire "io ci sono, faccio la partita", poi che tu sia più forte è fuori di dubbio. Non voglio una squadra remissiva".
Giamapolo e le difficoltà del momento
Momento non facile per il Lecce, ma Giampaolo resta fiducioso in vista del rush finale di campionato: "Ho tanti difetti, ma qualche pregio ce l'ho. Non so mentire, non so recitare un ruolo che non mi appartiene - ha ribadito -. Quando alla squadra dico delle cose le dico perché le penso, nel bene e nel male. L'errore tecnico va al di fuori di qualsiasi tipo di discussione, se parlo di buonissima partita alla squadra allora la squadra è convinta di averla fatta. Parlo dell'approccio, della presenza in campo, quando sbagliamo sono diretto. Non ho problemi a motivare i ragazzi. La squadra per me è come se fosse un figlio, io posso dire tutto ma se poi qualcuno gli dà addosso io la proteggo". Sulle scelte di formazione, invece, Giampaolo non si è sbilanciato: "N'Dri titolare? Senz'altro lui sarà della partita, se dall'inizio o da subentrante devo ancora decidere. Ciò che conta è la qualità della presenza, non la quantità".