ROMA - Silvio Berlusconi non ha resistito: dopo mesi di tira e molla, di messaggi più o meno cifrati, di lamentele neanche tanto velate, ha deciso di mandare via Sinisa Mihajlovic e di promuovere Cristian Brocchi partecipando al festival del caccia-allenatore.
Dopo il licenziamento di Allegri - inizio del precipizio milanista - via anche Seedorf, Pippo Inzaghi e ora Mihajlovic, questi ultimi tutti regolarmente stipendiati dal club. Si tratta ora di vedere se resisterà il giovane Brocchi, a cui sono state concesse ufficialmente sei partite di campionato e la finale di coppa Italia contro la Juve per salvare il posto per la prossima stagione e non finire a spasso con i suoi sfortunati predecessori.
Mihajlovic aveva riportato ordine a Milanello, aveva quasi costruito una squadra nonostante limiti di qualità molto evidenti e sul più bello, quando stava per mettere in crisi Allegri, è stato cacciato: troppa personalità e troppa indipendenza per Berlusconi, che non lo avrebbe assunto neanche l’estate scorsa quando Galliani vinse la sua battaglia per il serbo bocciando proprio Brocchi. Già, Brocchi: che ora arriva con la benedizione del Patron Assoluto ma dovrà lavorare al fianco di un vice presidente che non lo voleva. Cose da Milan, per questo Cristian merita un grande in bocca al lupo.