Giampaolo: "Prometto lavoro, serve vincere. Donnarumma? Fortissimo"

Presentazione ufficiale per il nuovo tecnico del Milan, tra attualità e mercato: "Praet è un giocatore che stimo, ma siamo coperti. Devo valutare Cutrone e André Silva". Maldini: "In questo momento l'idea è tenere Gigio con noi a lungo"
Giampaolo: "Prometto lavoro, serve vincere. Donnarumma? Fortissimo"
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MILANO - Prime parole da allenatore del Milan per Marco Giampaolo, nel corso della sua presentazione ufficiale da parte del club rossonero: “Sono felicissimo e contentissimo di essere in una delle squadre migliori del mondo. E’ una grande opportunità che penso di essermi meritato. Ora me la devo meritare sul campo. Non c'è mai una fine al percorso, il mio è stato di cadute e risalite. Il club mi ha detto che diffida di chi non ha sbagliato mai, sono contento di questa sfida”.

Giampaolo: "Non amo i calciatori inaffidabili"

"Prometto lavoro e dedizione - spiega il 52enne tecnico nato a Bellinzona - prometto di entrare a Milanello alle 8 di mattino di uscirne alle 20. Mi piacciono i giocatori responsabili che sentano il senso di appartenenza, affidabili, non mi piace chi non è affidabile, chi non ha voglia di lavorare, chi gestisce il proprio mestiere in maniera sbagliata. Il Milan ha l’obbligo di portare a casa risultati importanti e di vincere: è la sua storia. Respiro questa responsabilità e la stessa cosa devono farla i calciatori".

Al fianco di Giampaolo anche i dirigenti rossoneri Frederic Massara, Zvonimir Boban e Paolo Maldini: Quando è scattata la scintilla? Stavo in barca con i miei amici quando Paolo Maldini mi ha chiamato - racconta Giampaolo - sono andato a Milano, potete immaginare l’emozione: cinque anni fa sono andato in Serie C per ripartire. Avevo rabbia e risentimento, volevo tornare in Serie A. Cinque anni dopo essere qui mi ha reso un uomo felice, sono pronto per questa sfida”.

Giampaolo: "Il Milan è riconoscibilità e senso di appartenenza"

Lo slogan è testa alta e giocare a calcio - sorride Giampaolo - per me è il Milan è riconoscibilità calcistica, un modulo di gioco, senso di appartenenza. Il Milan ha raggiunto grandi risultati attraverso un'identità. Noi siamo riconoscibili perché abbiamo la maglia rossonera a strisce verticali. Penso che le grandi squadre debbano avere identità. Gli obiettivi sono tanti e il percorso lungo. Ho in testa tante cose e tanto lavoro. Sarà quello di essere riconoscibile. I calciatori devono riconoscersi in quello che fanno, i tifosi devono avere senso di appartenenza”.

Giampaolo: "Nessuna paura di essere noi stessi"

Cercheremo di trovare i calciatori adatti per portare avanti un’idea di calcio – continua il tecnico del Milan – dovremo costruire una squadra che non avrà paura di essere se stessa. Devo capire cosa ci serve e quali saranno i giocatori. Devo farlo in breve tempo, ma è una sfida che accolgo con piacere”.

Dove manca la qualità? “Mi dispiace che Kessie, Laxalt, Paquetà, Caldara, Cutrone e Bonaventura non saranno subito a mia disposizione. Per me non si tratta di scegliere tra giocatori più forti o meno forti, ma di scegliere giocatori funzionali all’idea. Mi dispiace iniziare senza tanti uomini”. Partirà dal suo amato modulo 4-3-1-2? “Devo capire dove sono, con chi ho a che fare. Non partirò dal modulo, ma dalle caratteristiche dei giocatori. Sicuramente partiremo dai quattro dietro”.

Le qualità di Suso e il futuro di Donnarumma

Giampaolo non ama parlare di leader della squadra: “Il Milan è al di sopra degli interessi individuali, non ci sono primedonne o privilegiati, ma calciatori che devono lavorare alla causa rossonera”. Poi, gli chiedono di qualche singolo e il tecnico non si sottrae: “Suso è un calciatore di qualità e mi piace. Ha dribbling e soluzioni offensive nell’uno contro uno. La qualità serve per vincere le partite. Come ho già detto il modulo mi interessa relativamente: cercherò di mettere i calciatori nelle migliori condizioni per rendere”.

Difficile capire quale sarà il futuro di Donnarumma: “È un portiere fortissimo. Tre anni fa ho chiesto la maglia di Donnarumma”. Poi interviene Paolo Maldini: “L’idea di averlo con noi ancora per tanto tempo è la prima che ci passa per la testa. In questo momento siamo su questa posizione”.

"Stimo Praet, ma siamo coperti in quel ruolo"

 “Theo Hernandez è un calciatore che ha potenzialità e qualità. E’ giovane, ha 21 anni; mi hanno chiamato apposta per valorizzare i giovani. Sono curioso anche io di capire che giocatore sia perché ha l’ambizione di diventare uno dei più grandi nel suo ruolo”.

 “Praet è un giocatore che ho allenato e che stimo, ma non so se sarà un calciatore del Milan anche perché abbiamo già quattro mezzali. Siamo coperti in quel ruolo, almeno per ora. André Silva e Cutrone, a pelle, sono calciatori diversi per caratteristiche. Devo valutarli, ma sono attaccanti di qualità”. Una considerazione, infine, sul Milan escluso dall'Europa: “Ci dispiace non fare la competizione europea, ma c’è anche la possibilità di lavorare sette giorni a settimana per tornare a fare le coppe nel modo migliore l’anno successivo”.


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