Colpo di scena al Milan: rispunta il nome di Spalletti!

L'indecisione del tedesco avvicina l'ex Roma e Inter di nuovo ai rossoneri, e ora si può fare
Spalletti (quota 8)© ANSA
Furio Fedele
3 min

MILANO - Qui al Milan fanno ancora una volta gli scongiuri. Se non fosse confermato Pioli (contratto in scadenza il 30 giugno, incerto il rinnovo...) il suo successore sarebbe l’allenatore numero “9” da quando (a gennaio del 2014) venne esonerato Allegri per lasciare la panchina a Seedorf al quale non bastò un girone di ritorno sprint (terzo dietro a Ju- ventus e Roma, ottavo nella classifica generale) per assicurarsi la fiducia di Silvio Berlusconi per i successivi due anni di contratto. Come è noto il numero “9” è diventato un autentico anatema in casa rossonera. La “maledizione” di Inzaghi non ha fatto sconti ai suoi successori da quando (estate 2012) Superpippo si congedò dal calcio giocato...

Incertezza

In attesa di definire il destino di questo campionato, Casa Milan sta valutando a chi affidare la guida della squadra che anche quest’anno ha fallito l’obiettivo Champions League. Un palcoscenico internazionale che non vede più il Milan protagonista proprio dalla stagione 2013-2014. Pioli si è giocato uno dei “jolly” più importanti per la conferma perdendo clamorosamente l’ultima sfida pre-Covid 19. L’1-2 subito  a San Siro dal Genoa ha nuovamente alimentato i legittimi dubbi sulla fragilità caratteriale di una squadra troppo discontinua. Il fatto stesso che Pioli sia subentrato (dopo 7 giornate di campionato) a Giampaolo firmando un contratto che impone almeno un obiettivo minimo (Coppa Italia o zona Champions League) per continuare la sua avventura rossonera, indica l’incertezza che ha caratterizzato anche in questa stagione la gestione della panchina del Milan.

Duello

Il profilo di Ralf Rangnick è all’esame di Gazidis e dei suoi più stretti collaboratori (Almstadt e Moncada), già da diversi mesi. Il manager tedesco, però, non ha ancora sciolto la riserva sulla possibilità di accettare un compito così importante dovendo affrontare un’esperienza completamente nuova non solo dal punto di vista calcistico. I dubbi di Rangnick hanno quindi rilanciato una candidatura, quella di Luciano Spalletti, che il Milan aveva preso in considerazione in tempi già sospetti. Esattamente dopo l’addio forzato di Gattuso e, a maggior ragione, dopo l’esonero di Giampaolo. In entrambe le occasioni, però, l’ex-Roma non ha raggiunto l’accordo con l’Inter che l’aveva esonerato, dopo 2 anni di contratto, nonostante avesse sempre ottenuto l’obiettivo minimo impostogli dal club nerazzurro: il ritorno in Champions League.

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