Shevchenko ricorda Milan-Juve di Champions: "Sapevo come battere Buffon"

L'ex attaccante rossonero racconta il successo in finale contro i bianconeri ai calci di rigore: "È stata la partita più importante della mia vita"
5- Chelsea, Shevchenko circa 37.4 milioni© LAPRESSE
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Una data da ricordare e che restera' sempre nel cuore del popolo rossonero, ma anche e soprattutto in quello di Andriy Shevchenko. L'attaccante ucraino e' fortemente legato al Milan e, in un'intervista rilasciata a Dazn, parla di quella magica notte dell'Old Trafford in cui, grazie al rigore decisivo con cui supero' Buffon, consegno la Champions League al Diavolo. "La notte di Champions League contro la Juventus, la prima finale che giocavo, e' stata la partita piu' importante della mia vita. Non dimentichero' mai quei 12/15 secondi in cui da meta' campo sono andato verso il pallone per tirare l'ultimo rigore. In quel momento, in quei 12 secondi, ripensi a tutta la tua vita. Da quando da bambino avevi un sogno fino al momento in cui capisci che quel sogno si sta realizzando in quell'esatto momento. Nella testa hai gia' pensato a come devi tirare. Io ho guardato l'arbitro, la palla e Buffon. Ho sentito il fischio dell'arbitro e ho tirato il pallone come avevo pensato e voluto".

Shevchenko ricorda Milan-Juve 

Da li' esplose la festa per l'ennesimo trionfo dell'era Berlusconi. "Un grande presidente. Una persona che ha reso incredibili 25 anni della storia del Milan. Non so se succedera' ancora di portare il Milan ad un livello pari alle piu' grandi squadre del mondo". In panchna c'era Carlo Ancelotti. "Un allenatore e un amico - dice Sheva -. Carlo e' una persona speciale. Averlo come allenatore e' stata una fortuna per noi, per il Milan e anche per lo stesso Ancelotti. Lui sapeva gestire benissimo il rapporto con i calciatori. Creava un rapporto basato sulla fiducia e sulla condivisione. Non parlava molto ma il giusto. Ma quando parlava tu lo ascoltavi e capivi il perche' delle sue scelte". Sheva racconta anche un episodio che risale al momento del suo arrivo in rossonero. "E' stato un momento speciale. E' stato Ibrahim Ba a dirmi che se volevo il 7 potevo averlo. Due giorni dopo ricordo anche che mi chiamo' un amico d'infanzia per dirmi che 7 in ebraico si dice "Sheva" (non ci potevo credere). Mi ha detto che mi avrebbe portato fortuna". E cosi' fu. (Italpress)


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