Hauge Senior: "Mio figlio, l'idolo Drogba e la sua favola al Milan"

Parla il padre del nuovo gioiellino rossonero: "Ha iniziato a cinque anni, ora è arrivata la sua grande chance. E presto la Nazionale..."
Hauge Senior: "Mio figlio, l'idolo Drogba e la sua favola al Milan"© LAPRESSE
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Svestiti i panni del man of the match, lo studente provetto ha aperto i libri per migliorare il suo italiano. A testa china e con la penna in mano, in campo come fuori, stessa concentrazione e fame di chi non vede l’ora di prendersi il futuro. Il video che spopola in rete, con Jens Petter Hauge intento a studiare la sua nuova lingua sul volo di ritorno da Praga a Milano, dice tanto dell’umiltà di un ragazzo norvegese di ventuno anni alle prese con la grande occasione della carriera. Niente fronzoli, poche celebrazioni, il piano per l’exploit al Milan prevede che nulla sia lasciato al caso, nemmeno a livello idiomatico. Una disciplina nordica tradamandatagli dalla famiglia, soprattutto dal padre, Jan Ingvald Hauge, che di mestiere fa il poliziotto e nel tempo libero allena i ragazzini a Bodø, città del Nordland, estremo settentrione della Norvegia. Hauge senior è stato il primo allenatore di suo fi glio, alla squadra locale dell’FK Vinkelen, e con un pizzico di orgoglio ricorda le origini: «Un bambino come tanti, cresciuto tra calcio, pallamano e sci. Si divertiva con ogni sport, ma già dai primi anni di scuola andava matto per il pallone e ha tirato i primi calci nel 2004, a soli cinque anni. Poi a dodici la cosa è diventata seria, abbiamo incontrato i dirigenti del Bodø/Glimt e lì ha fatto tutta la trafi la, fi no all’estate scorsa, quando ha incrociato il Milan. Nei suoi gol rivedo il controllo palla e il body language che ha sempre avuto».

Jens Petter da bambino tifava Chelsea

Sono stati fatti i nomi di tante big, ma il padre riavvolge il nastro e fa chiarezza sull’estate scorsa: «Jens Petter aveva ricevuto una sola vera offerta, quella del Cercle Brugge, seconda squadra di Bruges che milita nella serie A belga. Il Bodø/Glimt era d’accordo, l’affare sembrava fatto, ma lui rifi utò perché voleva crescere ancora, era il pilastro della squadra della sua città. Poi è arrivata l’offerta del Milan ed era una chance troppo grossa, tanto che il suo agente, Atta Aneke, ci ha messo pochissimo a chiudere la trattativa. La partita in Europa League è stata decisiva, lì ha strabiliato molti, anche se i rossoneri lo seguivano da tempo con attenzione. Da bambino invece tifava Chelsea, adorava Drogba».

"Voglio vederlo a San Siro"

Durante la videointervista alle spalle di Jan Ingvald Hauge c’è una finestra, alle tre del pomeriggio fuori è già buio pesto e la temperatura fa fatica a superare lo zero. Però da quel salotto, in religioso silenzio, lui non si perde nemmeno una partita del Milan: «Quando mio figlio scende in campo non riesco a spiegare cosa provo, sono felice, ma allo stesso tempo nervosissimo. Nella vita mi ha sempre sorpreso, se riesce a essere protagonista con i rossoneri avrà anche la Nazionale perché quei cinque minuti all’esordio, a ottobre contro la Romania, non possono certo bastare. Appena sarà possibile verrò a Milano, voglio vederlo dal vivo a San Siro. Non vengo in Italia dal 1987, lui non era nemmeno nato, adesso invece sta vivendo una favola». Invece è tutta realtà, il volo di Jens Petter è solo all’inizio.


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