Milan, Ibrahimovic: "Dispiace per la Champions, ma lotteremo per lo scudetto"

L'attaccante svedese fa una panoramica sul momento dei rossoneri e sui prossimi obiettivi, raccontando anche aneddoti personali: "Era fatta col Napoli, poi Ancelotti..."
Milan, Ibrahimovic: "Dispiace per la Champions, ma lotteremo per lo scudetto"© ANSA
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MILANO - Nella lunga intervista rilasciata a Radio Deejay, Zlatan Ibrahimovic racconta molti particolari sul momento del Milan, sulla sua vita privata e su aneddoti del passato. Lo svedese, in particolare, si sofferma sull'eliminazione dei rossoneri dalla Champions League, sui prossimi obiettivi della squadra di Pioli e sulla trattativa che lo avrebbe potuto portare a Napoli nell'anno di Ancelotti. "Siamo delusi per l'uscita dalla Champions, mi dispiace tanto, ma lotteremo per vincere lo scudetto. Nel fallimento c'è la base per il successo, cresceremo e faremo esperienza".

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"Niente Pallone d'Oro e Champions? Le mie qualità non cambiano"

Pallone d'Oro e Champions League sono i due trofei che l'attaccante svedese non ha mai vinto. "Non so perché non mi hanno mai dato il Pallone d'oro, io penso a giocare. Dipende come si guardano le cose. Messi ha vinto il Pallone d'oro, ma dicono che l'avrebbe meritato Lewandowski. Non ho vinto neanche la Champions, dicono che non la vincerò mai, ma questo non cambia la mia carriera. Non cambia neanche le mie qualità, anche perché qualcosa ho vinto...".

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Ibra e la trattativa sfumata col Napoli: "Stavo firmando, poi Ancelotti..."

Ibra racconta del suo possibile approdo al Napoli nel 2019: "Il programma era andare a Napoli per quattro mesi, vincere lo scudetto e tornare in Svezia. Ero in America e Raiola mi diceva di tornare a giocare in Europa, in Italia. In quel momento ho guardato documentario di Maradona, i tifosi erano una cosa incredibile. Avevo parlato con il Napoli, ma il giorno in cui avrei dovuto firmare hanno mandato via Ancelotti. Mi aveva convinto, era tutto fatto. Avevo parlato tanto con lui e il giorno che è andato via mi sono sentito tanto insicuro. Poi è arrivato il Milan. Le cose sono andate bene e a fine stagione ho deciso di prolungare il contratto. Non avevo parlato con mia moglie e sono andato sulla passione. E afferma: "Ho paura di ritirarmi". 

Ibra: "Motivazione vale più del talento"

Un excursus sul suo passato e sugli inizi in Svezia: "Tutto quello che ho passato ha costruito ciò che sono oggi, non avevo alternative da ragazzo e le strade che c'erano non erano buone, mi sono concentrato sul calcio e lo volevo tutti i costi. In Svezia mi vedevano come straniero e non come svedese, e questo mi ha motivato. Secondo me non è solo una questione di talento. Puoi diventare qualcuno anche senza talento se hai voglia e motivazione. Vale per tutti i lavori". Poi una curiosità personale: "Il primo messaggio che mandai a mia moglie? Mi sono presentato non come Ibrahimovic, ma con Ferrari rossa... Quando sei giovane sei più rock'n roll, prendi tante cose che non ti servono. Da dove arrivo io, avere una bella macchina vuol dire avere successo. Ora ho capito che certe cose non servono".

Ibrahimovic: "Arbitri, chiamate meno falli!"

Lo svedese parla anche del suo stile di gioco, e dell'atteggiamento degli arbitri italiani che tollerano poco la "fisicità" e gli scontri di gioco: "Se fossi un arbitro non fischierei tanto, perché mi piacciono i duelli. In Inghilterra lasciano giocare. Oggi il mio rapporto con i difensori è tranquillo, prima era una bomba, non sapevo se perdevo la pazienza o stare tranquillo. Prima i difensori mi attaccavano e non avevano rispetto, adesso è diverso. Ma c'è qualche difensore di vecchia generazione che stimo, come Chiellini. Mi piace quando c'è un po' di 'guerra', così mi sento vivo". Nonostante questa critica, l'Italia per lui è una seconda casa: "È il Paese che mi ha fatto diventare quello che sono oggi, è come se fosse la mia seconda casa e sono molto grato".


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