Milan no, non si fa così con Maldini e Massara

L'estenuante, stucchevole tira e molla per il rinnovo contrattuale di due fra i principali artefici dello scudetto è un grande punto a sfavore di Cardinale e di RedBird che sono partiti con il piede sbagliato. Qualunque sia la ragione dei continui rinvii, addirittura sino all'ultimo giorno utile, la nuova proprietà ha fatto perdere tempo molto prezioso sul mercato, imbufalendo i tifosi, schierati dalla parte del Capitano e del direttore sportivo
Milan no, non si fa così con Maldini e Massara© LAPRESSE
Xavier Jacobelli
3 min

Milan no, non ci fa così con Maldini e Massara. E non si doveva fare così, anche per un'elementare questione di rispetto nei confronti di due fra i principali artefici della costruzione della squadra scudetto. Questo tira e molla, trascinato addirittura sino all'ultimo giorno utile per il rinnovo contrattuale dei due dirigenti è un grande punto a sfavore di Cardinale e di RedBird che sono partiti malissimo. Qualunque sia la ragione dei continui rinvii, delle tergiversazioni, delle bozze e controbozze inviate e reinviate via mail sull'asse Italia-Usa, questa storia non doveva finire così, facendo perdere tempo molto prezioso sul mercato, mentre la concorrenza certamente non dorme.

IL FINANCIAL TIMES E I LIMONI. E meno male chel'11 giugno scorso, nella fatidica intervista rilasciata al Financial Times, un rutilante Cardinale che grondava milanismo da tutti i pori, aveva affermato in modo testuale: "Per me era molto importante conquistare Maldini. Alla fine abbiamo trascorso tre ore e mezzo insieme, è stato fantastico". Scrivevano gli autori James Fontanella-Khan, Sara Germano, Arash Massoudi e Samuel Agini: "Circondato da alberi di limoni e su una distesa di prosciutto crudo e mozzarella innaffiati con lo spritz di Aperol, Cardinale ha rassicurato Maldini sulla centralità del suo ruolo, dicendo che è rimasto al centro del futuro di un club che era stato appena incoronato campione d'Italia per la prima volta dal 2011". Dall'11 al 30 giugno sono trascorsi diciannove giorni.

IL RUOLO ALLA MAROTTA. Dall'11 al 30 giugno sono trascorsi diciannove giorni. All'anima della 'centralità' del ruolo di Maldini, rimarcata da Cardinale, il tiro alla fune è andato avanti senza sosta, facendo comprensibilmente imbufalire i tifosi rossoneri i quali non riescono a trovare una spiegazione ragionevole al comportamento di RedBird. E non bastano i pissi passi bao bao sul presunto ruolo alla Marotta che sarebbe stato rivendicato da Maldini, cioè alla richiesta di avere carta bianca sul mercato, visto e considerato ciò che è stato costruito nei due ani e mezzo propedeutici al diciannovesimo scudetto. Delle due l'una: o Cardinale, ad onta del miele cosparso sulle colonne del Financial Times, non credeva né in Maldini né in Massara e allora avrebbe dovuto dirglielo in faccia, anche fra gli alberi di limone e le distese di prosciutto crudo e mozzarella; oppure, se Cardinale era talmente entusiasta di Maldini e di Massara, doveva confermarli un minuto dopo avere messo piede perla prima volta in Casa Milan. Tertium non datur. Non è ammessa una terza possibilità. Vero, Cardinale?


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