Avanti con Maldini, ma il Milan resta inquieto

Ufficiali i rinnovi del responsabile dell’area tecnica e di Massara: Paolo voleva maggiore libertà di movimento, invece dovrà ancora passare per l’ad. Gazidis dovrebbe lasciare a novembre
Avanti con Maldini, ma il Milan resta inquieto© ANSA
Pietro Guadagno
4 min

MILANO - Pochi minuti prima delle 19 di ieri sera è arrivata anche l’ufficialità: Maldini e Massara hanno rinnovato i loro contratti fino al 2024. «Un accordo che testimonia la continuità in un percorso di rafforzamento e di crescita del nostro club», viene precisato nel comunicato stringato, di poche righe, che, volendo, è l’esatto opposto di una vicenda che si è trascinata per tutto il mese di giugno. L’ultimo passaggio, dovuto, è stato un consiglio di amministrazione che si è tenuto del pomeriggio, che ha ratificato gli accordi raggiunti nella giornata di giovedì. Non c’è stato spazio per altri commenti. Le uniche parole in merito, dunque, restano quella pronunciate, sempre giovedì sera, da Maldini, all’uscita dalla sede. «Siamo contenti di essere qui e della stagione, di programmare un futuro sempre vincente», ha detto con un sorriso apparso però tirato. 

Milan-Maldini, visioni differenti

Del resto, non si può pensare che una firma cancelli tutto quello che è accaduto nelle ultime settimane. Il Milan deve, innanzitutto, recuperare un suo equilibrio interno, che sembrava assoluto e a prova di bomba osservando dall'esterno e che invece, subito dopo aver conquistato lo scudetto, si è rivelato sorprendentemente precario. Del resto, alla base ci sono visioni e prospettive differenti. Quella di Maldini è sportivo-centrica, nel senso che considera il campo, la squadra, l’area tecnica il nucleo principale del club, a cui tutto deve girare attorno e dare la precedenza. Quella di Elliott, invece, è manageriale e ritiene il club come la somma di settori strettamente interconnessi, che devono lavorare in sinergia per raggiungere sì i migliori risultati sportivi, ma senza che ci sia una prevaricazione della stessa area sportiva rispetto alle altre. Ed è logico che, in quest’ottica, la proprietà debba avere una figura di sintesi, ovvero l’amministratore delegato. 

Milan, la governance

Come già emerso, l’idea di Maldini era di riuscire ad avere maggiore autonomia di scelta e di movimento, diventando una sorta di secondo ad, ma solo per l'area tecnica. Il rinnovo non è mai stato una questione economica: il suo stipendio sarà di 2 milioni e quello di Massara di 0,8. E, durante lo scambio di bozze dei contratti, quelle cifre non sono mai state toccate: le correzioni riguardavano esclusivamente la governance, le deleghe, ecc. Alla fine, però, come confermato nel comunicato da quel «continuità in un percorso», nulla è cambiato nella catena di comando. Maldini avrà la responsabilità dell’area tecnica, ma dovrà comunque passare per l’ultimo step dall’amministratore delegato. E sarà così anche quando verrà completato il passaggio della quota di maggioranza del club da Elliott a RedBird. Insomma, anche Cardinale (al di là del feeling sbandierato con Maldini) avrà l’ad come suo punto di riferimento. Continuerà ad esserlo Gazidis fino a novembre, quando si esaurirà il suo contratto. E, poi, come molti rumor indicano, verrà individuata un’altra figura, che potrebbe anche essere Furlani, portfolio manager di Elliott e attuale membro del cda rossonero. Sempre a proposito di Cardinale, secondo “Sportmediaset”, nella sua ricerca di finanziatori per l’operazione-Milan, starebbe convincendo a partecipare anche Vivek Yeshwant Ranadivé, magnate indiano-americano con la tecnologia come area principale del suo business, ma anche proprietario dei Sacramento Kings, franchigia Nba.


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