Meraviglia De Ketelaere: come giocherà nel nuovo Milan

Ventuno anni, belga, mancino, mezzapunta dai colpi geniali: potenzialità che hanno spinto Maldini e Massara a investire 35 milioni. Dal Bruges a Milanello per aiutare Pioli a confermarsi campione d’Italia
Meraviglia De Ketelaere: come giocherà nel nuovo Milan© AC Milan via Getty Images
Franco Ordine
5 min

Dal tennis, la sua passione più immediata, deve aver appreso la virtù della pazienza. Devi saper “palleggiare” dal fondo prima di affondare il colpo decisivo raccontano i maestri del settore. E Charles De Ketelaere, oggi 21 anni festeggiati in modo discreto a marzo scorso, ha avuto pazienza nell’aspettare che la trattativa con il Milan prendesse il largo dopo essersi incagliata sugli scogli di un colloquio tumultuoso svoltosi a Bruges, presenti Maldini e Massara, dall’esito scoraggiante. Ha avuto pazienza e mostrato determinazione nello stesso tempo, la seconda caratteristica mostrata appena il maestro di tennis consigliò alla mamma, che è il suo personal coach, di cambiare sport e puntare sul calcio. «Sono state settimane difficili, ha rinunciato a qualcosa ma poi è finita come volevo io» la ricostruzione personale di questo viaggio cominciato tra squilli di tromba e rullio di tamburi. Forse anche troppa musica per le sue orecchie discrete. Con la racchetta non sarebbe arrivato molto lontano gli disse brutalmente il maestro di tennis. E quella mamma, per niente permalosa, ebbe il merito di dare ascolto a un oscuro istruttore di provincia. A 8 anni CDK cambiò vocazione, a 21 ha cambiato club, paese e futuro scegliendo per sé stesso non lo stipendio più ricco (glielo avrebbero garantito gli inglesi del Leeds), ma il corso calcistico di maggiore appeal. Lui che è già iscritto alla facoltà di giurisprudenza dell’università di Gent, ha puntato sul “master” dell’ultimo Milan che è completamente diverso da quello storico, per certi versi più affascinante del ciclo berlusconiano scandito da cento trionfi.

Milan, evoluzione De Katelaere

Quando ha visto Saelemaekers, sotto i propri occhi, diventare qualcosa di molto diverso rispetto all’anonimo calciatore di due anni prima, quando ha saputo della scelta di Origi in uscita da Liverpool, allora ha capito che quello sarebbe stato l’indirizzo giusto per togliersi di dosso il profilo del talento promettente e diventare qualcosa di più e di meglio. Senza raggiungere la descrizione, impegnativa, che Origi ha fornito in privato a Pioli e che Pioli stesso in pubblico ha spifferato (“metà Havertz e metà Kakà”). Dell’asso brasiliano che infiniti successi addusse ai rossoneri, De Ketelaere sembra avere per ora appena qualche tratto. Il brasiliano sbarcò a Malpensa, con gli occhialini da studente, vestito di tutto punto, scortato da Ariedo Braida. Disputò il primo allenamento e spinse Ancelotti a chiamare di corsa Adriano Galliani per sfogarsi: «Ma chi avete comprato? Mi avevano detto che era Cerezo, questo è un fuoriclasse!». A Milanello, in queste ore, sono più cauti e non soltanto perché decidere la cifra tecnica di un ventenne non è operazione semplice. Appena arrivato lo hanno messo dietro un televisore gigante per mostrargli un po’ di video didascalici. Diciamolo subito per evitare che ci siano poi clamorosi equivoci: non è Kakà e probabilmente diventerà soltanto De Ketelaere anche se continuano a sprecarsi pronostici e previsioni da mille e una notte, tipo Pancaro che nell’estate 2004 si ritrovò a Cesena, amichevole con la formazione romena allenata da Zenga, a scoprire la classe scintillante del giovanissimo brasiliano. In quell’area geografica, Geoffrey Moncada, l’occhio lungo del Milan in materia di scouting, da due anni ne seguiva l’evoluzione e i progressi, anche qualche errore o la giocata con la nazionale a Torino, contro l’Italia di Mancini, finale del terzo posto, con quel sinistro diabolico infilato tra le gambe di Donnarumma. Anche il Milan ha avuto pazienza e determinazione.


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