Milan, il peso di Giroud e il genio di Leao

Milan, il peso di Giroud e il genio di Leao© ANSA
Antonio Giordano
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Per chi nella sua carriera, piena di trofei che non ci starebbero in una normale bacheca, ha segnato complessivamente trecento gol, un rigore in più o uno in meno fa pochissima differenza: e al 44’ di Milan-Dinamo Zagabria, avviandosi verso il dischetto, Olivier Giroud non ha avuto modo, né tempo, di pensare a quanto (e se) pesasse quel pallone gonfi o di retro-pensieri sprucidi. Ma i campioni sono fatti così, hanno una freddezza che li isola dal contesto e dalle statistiche, dimenticano (persino in fretta) quello ch’è successo tre giorni prima e ciò che invece è capitato nell’autunno scorso è materiale seppellito sotto la polvere dalla memoria. Il Milan nel momento in cui è stato steso da Sutalo se ne stava avvolto nelle proprie perplessità, annusava l’aria e probabilmente avvertiva un pizzico d’ansia dentro, riflettendo sull’ultima Champions, chiusa con quattro punti e una dolorosa eliminazione dall’Europa.

Olivier Giroud ha spalmato sulla serata di San Siro la sua glaciale padronanza delle emozioni, ha adagiato in un angolo l’1-0 e poi ha consentito a Rafael Leao la possibilità di andarsene gioiosamente - qualche battito di ciglia dopo - a sistemare l’assist per Saelemaekers con quella falcata ampia e l’eleganza principesca che ha strappato via ogni forma di residua preoccupazione.

Di Leao è legittimo, quasi inevitabile, innamorarsi, per le movenze, per la naturalezza con cui taglia il campo, per la verticalità e pure per una (apparente) indolenza che gli appartiene, che sarà semplicemente il suo modo di essere, una tendenza o un atteggiamento che non incide e quindi niente toglie al suo talento. Leao è capace di riempire le partite, di arricchirle e di abbellirle, però anche di svuotarle della sua presenza come gli capita non raramente: in attesa di diventare un leader, ma questa è un’altra storia, al portoghese serve appropriarsi d’una continuità che l’elevi a uomo-guida d’un sistema che Pioli non può immaginare senza quella genialità così pronunciata ma che ha bisogno d’una presenza costante. Il contratto di RL17 scadrà tra due anni e le manovre per il rinnovo, nonostante siano state avviate, includeranno difficoltà ormai scontate in questioni del genere: il Milan, intanto, può godersi questo Leao e pure quello che si scorge nell’invitante orizzonte gonfi o di miglioramenti, che hanno margini giganteschi.

Lo perde per domenica, nel faccia a faccia con il Napoli che non avrà Osimhen, e la sua assenza, sommata agli acciacchi del nigeriano, non spegnerà le luci di San Siro, però almeno Pioli potrà comprendere quando valga il Milan senza il suo abbagliante gioiello. Un uomo da 120 milioni di euro sembra una fortuna irrinunciabile per chiunque.


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