Milan, le verità di Gazidis: dai contratti di Bonucci e Donnarumma alla svolta con Pioli

L'amministratore delegato dei rossoneri ha rilasciato una lunga intervista a ESPN nella quale ha tracciato il bilancio del proprio quadriennio in societò
Milan, le verità di Gazidis: dai contratti di Bonucci e Donnarumma alla svolta con Pioli© LaPresse
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A poche settimane dalla scadenza del proprio mandato da amministratore delegato, Ivan Gazidis ha rilasciato una lunga intervista ad ESPN, nella quale l’ex dirigente dell’Arsenal ha ripercorso le tappe chiave del proprio quadriennio in rossonero, coinciso con il ritorno a grandi livelli in Italia e in Europa di una società passata anche per momenti molto bui, in campo e fuori.



Gazidis e il rinnovo di Donnarumma: "Fatte follie per trattenerlo"

Si parte con una rivelazione sui primi contatti con il Fondo Elliott: "Il Milan è uno dei club più grandi del mondo, quando mi hanno chiamato ho pensato che si potesse portare qualcosa di nuovo nel calcio italiano. La mia risposta iniziale è stata che potevano esserci candidati che conoscevano già l'Italia, ma Elliott ha insistito per avermi con loro e così abbiamo intrapreso insieme la sfida. Abbiamo fondato la nostra strategia su quattro pilastri: il primo era correggere le prestazioni sul campo, il secondo migliorare l'organizzazione del club e improntare una buona gestione, il terzo migliorare i ricavi, il quarto lo stadio". Gazidis si è poi soffermato sulle difficoltà legate ai contratti ereditati dalle gestioni precedenti, come quelli di Leonardo Bonucci e Gianluigi Donnarumma: "C'erano molti contratti pesanti, che costavano parecchio, come quello di Bonucci. Inoltre avevano rinnovato Donnarumma, ma con un contratto enorme per trattenerlo. Alcuni contratti, almeno una decina, erano troppo alti rispetto alle prestazioni dei giocatori e cedere calciatori pagati in eccesso rispetto alle loro prestazioni è molto difficile".

L'arrivo di Pioli, il ritorno di Ibrahimovic e la rinascita del Milan

L’album dei ricordi si sofferma poi sul punto più basso dell’ultimo lustro, l’esclusione dalle coppe europee nell’estate 2019 per problemi legati al bilancio: "Quello è stato il punto più basso, prendere una squalifica per un club la cui reputazione è costruita sulla Champions League è stato molto difficile da accettare". Sul campo, però, i momenti difficili sono stati tanti, almeno prima dell'arrivo di Stefano Pioli e in particolare della svolta nel rendimento che ha seguito il lockdown: "Quando arrivò il Covid stavamo già cominciando a vedere la luce in fondo al tunnel. Durante il lockdown è scattato qualcosa all'interno del gruppo, anche se non stavano fisicamente insieme i ragazzi si sono legati a Pioli e a Maldini". Il resto l'ha fatto l'arrivo di due senatori come Zlatan Ibrahimovic e Simon Kjaer, importanti anche fuori dal campo: "Entrambi hanno contribuito molto alla rinascita del Milan - ammette Gazidis - proteggendo i giovani con le loro spalle larghe. In realtà avevamo cercato di riportare Ibra al Milan già un anno prima, ma Zlatan sentiva che non era ancora il momento giusto, stava giocando con i LA Galaxy e voleva fare un altro anno lì".

Gazidis e l'elogio a Paolo Maldini

Infine l'elogio a Maldini e l'anticipazione del passaggio di consegne al proprio successore: "Nelle trattative Maldini è fondamentale perché parla con i giocatori per capire come pensano e cosa li motiva. Ha un modo di lavorare molto preciso, parla prima con l'agente, poi direttamente con il giocatore, insieme a Massara. Theo è un buon esempio. Era del Real Madrid, ma era stato in prestito ed erano disposti a lasciarlo andare. Paolo lo ha incontrato a Ibiza dove era in vacanza, si sono seduti e hanno avuto una lunga conversazione in cui hanno stretto un legame che resiste ancora oggi. Il Milan aveva solo bisogno di essere riportato alla vita. Penso che lo stiamo facendo, ma siamo solo alla fine della prima fase di un percorso. La prossima, quella della crescita, sarà molto importante".


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