Va bene la tattica però conta la benzina

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Va bene la tattica però conta la benzina© Getty Images
Franco Ordine
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Altro giro, altra corsa, altro sistema di gioco. Nel caso del Milan si torna probabilmente all’antico e cioè al più collaudato 4-2-3-1 che molte soddisfazioni “addusse” ai rossoneri durante la passata stagione tricolore. E qui vale subito un chiarimento: non sarebbe né una marcia indietro e nemmeno il segnale dello smarrimento dello staff tecnico. Stefano Pioli, in tempi non sospetti, e cioè quando decise di passare alla difesa a tre, promise che poi sarebbe tornato sulla strada virtuosa, a testimonianza solenne che la differenza tra vincere e perdere non è data dal sistema di gioco ma dallo stato di salute fisica e nervosa del gruppo. Dopo il gennaio maledetto, scandito da una difesa di burro e da uno scadimento collettivo della condizione fisica, il passaggio a 3 (peraltro poco gradita a Maldini, che non ha fatto nulla per impedirlo avendo intuito che in quei giorni il gruppo aveva bisogno di indossare un altro vestito calcistico, ndr) ha frenato l’emorragia di gol subiti dal Milan e rilanciato le quotazioni (zero gol in 190’ dal Tottenham). 

Adesso che la spinta virtuosa si è esaurita e che, a dispetto dello schieramento conservativo, a Udine il Milan è andato incontro a una sonora bastonata, il ritorno al copione tattico più conosciuto e sotto sotto più apprezzato può avvenire proprio in occasione dello snodo delicatissimo della stagione, a Napoli, sfida di campionato che forse vale molto più del doppio appuntamento di Champions. Concludere il campionato col quarto posto è l’unico obiettivo dichiarato di club, area tecnica e gruppo squadra. Quali sono allora i motivi del ripensamento? Le spiegazioni plausibili possono essere tre: 1) il recupero di Calabria e Kjaer; 2) il tentativo, restituendogli il binario di sinistra, di rimettere Leao là dove più lo portano l’abitudine e l’estro; 3) cancellare dalla testa del Milan l’idea di una gestione conservativa delle prossime sfide. Ecco il nodo principale da sciogliere: il Milan di Pioli ha funzionato, alla grande, per due anni e mezzo, non per due giorni o due mesi, praticando un calcio coraggioso e aggressivo, in pressione sul rivale. Si può ripercorrere quella strada ma a condizione di una salute di ferro oltre che di una perfetta conoscenza di meccanismi di gioco e intese. Ha la necessaria benzina nel serbatoio il Milan? Resta questo il vero quesito da sciogliere domenica prossima. 


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