No, Milan, non puoi perdere così. Il Liverpool è il Liverpool: fortissimo, tatticamente bene organizzato, illuminato dai suoi solisti, Salah in primis. A San Siro ha maramaldeggiato. Slot non è Klopp, ma promette di seguire le orme del celeberrimo predecessore. Però, vivaddio, questo Milan non ha mostrato carattere, grinta, voglia almeno di battersi, senza se e senza ma. Il migliore in campo è stato il subentrato Abraham, inutilmente sgolatosi per rianimare un gruppo esangue. Rispetto alla goleada con il Venezia, la squadra ha fatto dieci passi indietro. Illusa dal gol di Pulisic, ha Incassato il pareggio di Konate, si è sfaldata sotto i colpi di Van Dijk (gol fotocopia di Konate), Szoboszlai ed è stata graziata dalle traverse di Salah, nonché salvata da almeno tre interventi di Maignan, prima che il portiere si facesse male lasciando il posto al diciottenne Torriani, debuttante assoluto. A questo Milan manca un leader, un trascinatore, uno che suoni la sveglia nei momenti duri e strigli i pigri e gli indolenti. Leao è stato servito poco e male sulla sinistra: l'unico sussulto l'ha avuto nel finale, quando ha colpito il palo. Il Liverpool è andato a una velocità doppia degli avversari, superati a destra e a sinistra, sovrastati a centrocampo, perforabili in difesa. Già, la difesa: è di burro, con quei 9 gol presi fra quattro partite di campionato e una di Champions. Sono giorni grami per il Diavolo che domenica dovrà giocare il derby con l'Inter, memore di avere perso gli ultimi sei di fila. La durissima contestazione dei tifosi è un segnale di pesante scollamento fra la squadra e la sua gente che il Milan ha sempre sostenuto, però non può sopportare di vedere affondare la squadra come è affondata davanti ai Reds, senza colpo ferire. Nei suoi tempi d'oro, Galliani amava ripetere come la Champions fosse la casa naturale dei rossoneri. Dopo questa batosta, sarà meglio che gli stessi si diano una regolata per non ritrovarsi senza fissa dimora in Europa. Dove sei Pioli?