Milan, ora Fonseca e Leao si parlino

Leggi il commento al momento dei rossoneri, dopo il successo in Champions League
Franco Ordine
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Detta Ibra, prima di cominciare: «Fonseca sia sé stesso». E si capisce perché nei giorni passati, lo svedese è rimasto volutamente lontano da Milanello e dalla gestione del caso di Leao escluso da Milan-Udinese. «Sono problemi che si risolvono all’interno» aggiunge per maggiore chiarezza. E Fonseca, da quel che succede in Champions League, è deciso ad andare dritto per la sua strada che non prevede compromessi, né scelte diplomatiche. Con l’aiuto dello stellone che lo protegge, almeno in questa curva a gomito della stagione.

Dapprima con l’Udinese, poi ieri sera gli eventi maturati fanno pensare che il portoghese ha qualche santo protettore. Perché le sostituzioni decise sull’1 a 1 diventano gli snodi decisivi per realizzare i primi tre passi nella classifica Uefa e cancellare quello scomodo 0 rimediato dopo Liverpool e Bayer Leverkusen. Resta da discutere la decisione sul conto di Leao, confermata da qualche fischio quella sul conto di Loftus Cheek. Ha deluso Rafa e meritato il cambio? A giudicare dalle sgommate del primo tempo, la risposta è no. Suo uno dei primi pericoli procurati alla difesa del Brugge. Piuttosto la ricerca, ossessiva, di giocare a sinistra ignorando quasi costantemente l’altro binario con Pulisic rimasto ad aspettare sotto la tettoia, è un tema di prossima discussione interna a Milanello.

Di fatto appena esce Leao ed entra Okafor, spunta il 2 a 1. E quando più tardi Chukwueze vola per poi servire ancora Reijnders, San Siro si scalda finalmente e probabilmente pensa che il suo allenatore non dev’essere proprio inadatto al compito. Alla fine Fonseca riesce anche a regalare l’ultima emozione allo stadio con il debutto europeo di Francesco Camarda: sembra un altro gesto per far capire alla truppa che c’è posto per tutti quelli di buona volontà, anche per un ragazzino, se si seguono le sue tracce. Prima di chiudere la serata del Milan bisogna però mettere il punto sul contenzioso Fonseca e Leao. È utile che i due si chiudano magari in una stanza o in un ristorante fuori porta e chiariscano le rispettive idee su questo rapporto che può diventare un tesoro per il Milan oppure una grana incredibile. Già perché di Leao il Milan ha bisogno. Certo, del miglior Leao. Ma anche di un calcio migliore, più efficace e meno fumoso di questo segnalato nella serata di ieri, specie quando il Bruges, in parità numerica, ha messo alla frusta centrocampo e difesa. Non solo Leao deve capire le idee del suo tecnico, dev’essere il Milan a realizzare meglio il calcio del portoghese.


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