Uno solo ha gioito nella tristissima notte del Milan. È un bambino inglese, si chiama Winnie Essex, 9 anni, tifoso milanista residente a West London che ha ricevuto come regalo di Natale un viaggio a sorpresa a San Siro per assistere a Milan-Roma. Lui e la sua famiglia, accolti da Furlani, Ibra e Leao, hanno dato vita a un filmato che è diventato subito virale sul web. Nelle ore in cui maturava il paradossale esonero di Fonseca e il deludente 1 a 1 con la Roma, la nota informativa dell’evento è finita sul sito del club, non invece le informazioni su quello che stava accadendo dentro gli uffici di San Siro con l’esonero di Fonseca e l’arrivo di Conceiçao.
Milan, ritardi e risultati deludenti
È questo contrasto in apparente banale a dare l’idea di quel che serve al Milan sul prato di San Siro e di quello di cui si preoccupa il Milan attuale. Perché a leggere le classifiche, il rilievo è presto fatto. Il ritardo dalla coppia capolista Atalanta e Napoli è diventato gigantesco, impossibile da colmare. E la zona Champions si allontana allo stesso ritmo. A ben notare anche la posizione di Milan Futuro, al debutto nel girone B di Lega Pro, finito in zona retrocessione, non è sicuramente più piacevole. Qui le spiegazioni si possono riassumere con una sola deprimente realtà: è il lato sportivo del Milan che denuncia ritardi e risultati deprimenti. E a corollario di questa analisi elementare c’è da segnalare il fatto che per il Milan Futuro è stato assunto un ds proveniente dall’esperienza calcistica americana (conosciuto da Ibra a Los Angeles) così come negli uffici di casa Milan la figura di Ricky Massara non è mai stata rimpiazzata se non per occupare la casella con la promozione di D’Ottavio dal settore giovanile alla prima squadra, di recente poi uscito dai ranghi (sembra per divergenze con Ibra) e non ancora sostituito nell’organico.
Management sportivo da puntellare
Lo stesso metro è stato utilizzato nella scelta dell’allenatore dell’estate scorsa. Via Pioli, con a disposizione Conte, Allegri, Sarri, De Zerbi tra gli altri, il Milan americano ha puntato prima su Lopetegui (pista abbandonata per la rivolta dei tifosi) poi su Fonseca, non una prima scelta, assumendosi l’onere di un rischio tecnico ed economico e riversando le risorse cospicue sul mercato guidato da Moncada perché Ibra - mai dimenticarlo - se ne intende di calcio ma è un debuttante in quel ruolo, completamente diverso da quello di calciatore sia pure di primo livello. Pulisic, Reijnders, Fofana sono stati azzeccati: sono loro a rappresentare il tesoro calcistico iscritto a bilancio. Allora è evidente che il Milan ha bisogno di puntellare il suo management sportivo perché è su quella pietra che si può fondare una squadra di calcio stabile capace di competere non solo per i primi 4 posti ma anche per qualche trofeo prestigioso. E lo deve fare non solo cercando un ds collaudato ma anche con un club manager che stia stabilmente a Milanello. Persino le scelte contrattuali fatte sia con Fonseca e con Conceiçao, ridotte a un anno in un caso e nell’altro a 18 mesi, fanno pensare che si naviga a vista e comunque non ritengono sia quella la scelta più importante sul fronte finanziario. E invece puntare sui calciatori trascurando il resto, allenatore e dirigenti compresi, significa aver identificato il suo core business. Proprio come farebbero a Wall Street.