Milan, incontro in America Furlani-Cardinale: ecco tutti i problemi da risolvere

L'ad rossonero è volato ieri a New York per incontrare il proprietario del club: toccati tanti argomenti, a partire dal momento di crisi fino al futuro
Antonio Vitiello

MILANO - I contatti via call saranno pure quotidiani, ma certe questioni vanno chiarite e affrontate di persona. Cosi l’amministratore delegato del Milan, Giorgio Furlani, ieri è volato a New York per incontrare il proprietario del club Gerry Cardinale, per una riunione che ha toccato tanti argomenti, a partire dal momento di crisi che sta vivendo il club fino alla programmazione del futuro. Tra i motivi del viaggio negli Stati Uniti c’è anche la necessità da parte del Ceo rossonero di riequilibrare i rapporti di lavoro interni alla società milanista. Spesso visioni diverse interne al Milan hanno portato confusione o rallentamenti nei processi decisionali. Un team di lavoro non sempre è d’accordo sulla strada da intraprendere, così fare chiarezza nella catena di comando è stato uno degli scopi del viaggio di Furlani a New York. D’altronde già in passato ci sono state problematiche interne che hanno compromesso il lavoro sul campo. Non è la prima volta negli ultimi anni che le visioni differenti dei dirigenti hanno fatto solamente confusione, e la storia insegna che solo quando tutti hanno remato verso la stessa direzione sono arrivati i risultati.

Milan, chi decide

Il tema centrale è capire chi decide al Milan, chi ha l’ultima parola su ogni situazione della società. Furlani recentemente lo ha ribadito in un’intervista, di essere colui che ha potere di firma in sede (insieme a Paolo Scaroni) e ogni decisione passa da lui. Però recentemente sono filtrate indiscrezioni di un casting per il direttore sportivo effettuato a Londra da Ibrahimovic e Cardinale senza la presenza fisica di Furlani. Idealmente al Milan servirebbe una sola persona in cima alla piramide in modo da snellire il processo decisionale ed essere più rapida nelle scelte. Infatti pure la questione del direttore sportivo rischia di subire un rallentamento perché i candidati sono molteplici e non tutti sono convinti di puntare sullo stesso manager.


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Ds Milan: Tare ancora in pole

La scelta del Ds resta uno dei temi principali dell’incontro con Cardinale, anche perché la nuova figura dovrebbe avere piena libertà di scelta, e dovrebbe agire senza interferenze. Igli Tare resta uno dei primissimi candidati, ma la conferma finale non è ancora arrivata e nel frattempo ci sono state telefonate ad altri addetti ai lavori che sono stati ascoltati in questi giorni. La mancanza di coesione sullo stesso nome porterà poi a rallentamenti anche nella scelta del prossimo allenatore. Sarà compito del futuro Ds gettare le basi della prossima annata, e non si può sbagliare il condottiero sulla panchina, colui che prenderà il posto di Sergio Conceiçao.

Il Milan del futuro e il budget

Nei colloqui con Cardinale si è parlato anche della squadra del futuro e di un budget che inevitabilmente sarà ridotto a causa della mancata partecipazione alla prossima Champions League (servirebbe un miracolo per il quarto posto). Qualche giocatore partirà, altri in prestito saranno ceduti definitivamente, ma il ruolo chiave lo avrà l’allenatore. Toccato anche il tema stadio, che per la proprietà americana resta fondamentale. L’idea di sposare lo stadio in comproprietà con l’Inter, e costruirlo accanto all’attuale San Siro, resta la soluzione ideale e anche quella meno costosa.


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MILANO - I contatti via call saranno pure quotidiani, ma certe questioni vanno chiarite e affrontate di persona. Cosi l’amministratore delegato del Milan, Giorgio Furlani, ieri è volato a New York per incontrare il proprietario del club Gerry Cardinale, per una riunione che ha toccato tanti argomenti, a partire dal momento di crisi che sta vivendo il club fino alla programmazione del futuro. Tra i motivi del viaggio negli Stati Uniti c’è anche la necessità da parte del Ceo rossonero di riequilibrare i rapporti di lavoro interni alla società milanista. Spesso visioni diverse interne al Milan hanno portato confusione o rallentamenti nei processi decisionali. Un team di lavoro non sempre è d’accordo sulla strada da intraprendere, così fare chiarezza nella catena di comando è stato uno degli scopi del viaggio di Furlani a New York. D’altronde già in passato ci sono state problematiche interne che hanno compromesso il lavoro sul campo. Non è la prima volta negli ultimi anni che le visioni differenti dei dirigenti hanno fatto solamente confusione, e la storia insegna che solo quando tutti hanno remato verso la stessa direzione sono arrivati i risultati.

Milan, chi decide

Il tema centrale è capire chi decide al Milan, chi ha l’ultima parola su ogni situazione della società. Furlani recentemente lo ha ribadito in un’intervista, di essere colui che ha potere di firma in sede (insieme a Paolo Scaroni) e ogni decisione passa da lui. Però recentemente sono filtrate indiscrezioni di un casting per il direttore sportivo effettuato a Londra da Ibrahimovic e Cardinale senza la presenza fisica di Furlani. Idealmente al Milan servirebbe una sola persona in cima alla piramide in modo da snellire il processo decisionale ed essere più rapida nelle scelte. Infatti pure la questione del direttore sportivo rischia di subire un rallentamento perché i candidati sono molteplici e non tutti sono convinti di puntare sullo stesso manager.


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