MILANO - I contatti via call saranno pure quotidiani, ma certe questioni vanno chiarite e affrontate di persona. Cosi l’amministratore delegato del Milan, Giorgio Furlani, ieri è volato a New York per incontrare il proprietario del club Gerry Cardinale, per una riunione che ha toccato tanti argomenti, a partire dal momento di crisi che sta vivendo il club fino alla programmazione del futuro. Tra i motivi del viaggio negli Stati Uniti c’è anche la necessità da parte del Ceo rossonero di riequilibrare i rapporti di lavoro interni alla società milanista. Spesso visioni diverse interne al Milan hanno portato confusione o rallentamenti nei processi decisionali. Un team di lavoro non sempre è d’accordo sulla strada da intraprendere, così fare chiarezza nella catena di comando è stato uno degli scopi del viaggio di Furlani a New York. D’altronde già in passato ci sono state problematiche interne che hanno compromesso il lavoro sul campo. Non è la prima volta negli ultimi anni che le visioni differenti dei dirigenti hanno fatto solamente confusione, e la storia insegna che solo quando tutti hanno remato verso la stessa direzione sono arrivati i risultati.
Milan, chi decide
Il tema centrale è capire chi decide al Milan, chi ha l’ultima parola su ogni situazione della società. Furlani recentemente lo ha ribadito in un’intervista, di essere colui che ha potere di firma in sede (insieme a Paolo Scaroni) e ogni decisione passa da lui. Però recentemente sono filtrate indiscrezioni di un casting per il direttore sportivo effettuato a Londra da Ibrahimovic e Cardinale senza la presenza fisica di Furlani. Idealmente al Milan servirebbe una sola persona in cima alla piramide in modo da snellire il processo decisionale ed essere più rapida nelle scelte. Infatti pure la questione del direttore sportivo rischia di subire un rallentamento perché i candidati sono molteplici e non tutti sono convinti di puntare sullo stesso manager.