Un nodo alla volta da sciogliere. Il primo, forse il più delicato di tutti, è stato sciolto col viaggio di Giorgio Furlani negli Usa per presentare i conti del club al management RedBird e riverniciare il proprio ruolo di capo azienda oscurato dalle trattative londinesi sul ds. Di qui il viaggio successivo dell’ad a Dubai per incrementare i rapporti commerciali con quell’area e le sponsorizzazioni di un bilancio che vanta già un bel primato (440 milioni di fatturato). Il secondo nodo, anche questo molto chiacchierato durante la sosta per nazionale, è destinato a sciogliersi pubblicamente tra giovedì e venerdì quando Zlatan Ibrahimovic riapparirà a Milanello reduce, di sicuro, da una brutta influenza e forse anche da qualche mal di pancia cui ha fatto seguito un chiarimento con Gerry Cardinale, straconvinto della necessità di far lavorare il suo team in gruppo. Finora la “voce” di Cardinale è rimasto defilato, assente da Milanello dal giorno precedente al viaggio a Lecce, nessun post pubblicato sui propri social nonostante in queste ore avesse ricevuto complimenti e lodi da Olivier Giroud. Se uno, Ibra in compagnia del proprietario, ha incontrato a Londra tre candidati ds e adesso la scelta è stata fatta passare dall’ufficio di Furlani a casa Milan (ha il potere di firma), almeno su un punto i due hanno concordato: c’era un disperato bisogno di ispessire l’area sportiva con un professionista del settore, lasciando a Moncada l’area dello scouting nella quale ha lavorato con profitto. Poi, nonostante i continui sali e scendi del gradimento per uno o per l’altro candidato, alla fine arriverà il prescelto (magari a sorpresa) che deve avere le caratteristiche richieste da sempre, lavorare in gruppo e non da monarca assoluto come dimostrano gli errori commessi da questa formula (Giuntoli a Torino il più recente).
Milan, la suggestione Fabregas che ricorda Sacchi
Discenderà poi la scelta del tecnico. Sergio Conceiçao sta cominciando a lavorare ora col tempo pieno, come a scuola, ed è alla vigilia degli snodi che possono decidere del suo destino futuro, in particolare la doppia semifinale di Coppa Italia con l’Inter tra inizio e fine aprile. Da non trascurare la sfida di domenica sera col Napoli: all’andata fu sconfitta, così come altri scontri diretti. A eccezione della Supercoppa (contro Juve e Inter), il tecnico è a caccia di un illustre rivale da piegare. E avendo una dopo l’altra Napoli e Inter, possono risultare decisive le diverse scelte di schieramento tenendo conto anche del recupero energie dopo la pausa per le nazionali. Nel frattempo le indiscrezioni sul prossimo candidato alla panchina rossonera non si contano. E tra queste è spuntata anche la suggestione Cesc Fabegras, per via del calcio geometrico mostrato col Como prima della interruzione del campionato. La suggestione ha due spiegazioni: una pratica, capace di smontarla, è legata al rapporto molto stretto tra il tecnico spagnolo e la proprietà del Como; la seconda, molto romantica, perché può rievocare in qualche modo la stessa scelta che a fine anni ottanta fece il Milan con Arrigo Sacchi. A quel tempo Silvio Berlusconi s’innamorò del tecnico di Fusignano dopo una partita di Coppa Italia tra il Parma e i rossoneri a San Siro. Il ragionamento fu: «Se gioca così bene con una squadra di B, figuriamoci con il mio Milan!».