Milan, vicina la svolta per il ds: perché Tare è favorito su D'Amico

Igli è libero da vincoli, le tempistiche favoriscono. Già nel 2019 era stato contattato…
Antonio Vitiello
4 min

A volte ritornano. Igli Tare potrebbe scattare in pole, nuovamente, per il ruolo di direttore sportivo del Milan. Successivamente al naufragio della trattativa per Fabio Paratici in rossonero, si sono riaperti i dialoghi con quei profili che negli ultimi giorni erano stati accantonati dalla dirigenza milanista per focalizzarsi sull’operazione Paratici. Ma una volta messa da parte la candidatura dell’ex dirigente della Juventus, il Diavolo è ripartito con i colloqui e grazie all’intermediazione di agenti vicini al club rossonero il nome dell’albanese è tornato fortemente in voga. Tare ha il grande vantaggio di essere libero da vincoli contrattuali, e si potrebbe chiudere in pochi passaggi. Fermo dal mese di giugno del 2023, dopo due anni ad osservare e aggiornarsi in giro per il mondo, Tare è pronto a risalire in sella e sarebbe motivato al massimo per la grande occasione al Milan. D’altronde si parla di un direttore sportivo che ha avuto tanti anni d’esperienza ma solamente alla Lazio, dove ha lavorato a stretto contatto con Claudio Lotito per 15 anni, e dopo gli anni in biancoceleste non vede l’ora di misurarsi in un contesto come quello milanista.

Ibrahimovic e il nuovo da del Milan: su chi punta

Tare era anche la prima scelta di Zlatan Ibrahimovic nella prima fase del casting. Lo svedese lo aveva incontrato insieme a Gerry Cardinale a Londra e aveva caldeggiato la sua candidatura. Poi l'interruzione dei rapporti e la ricerca del ds condotta dal Ceo Giorgio Furlani aveva portato a Paratici come uomo chiave. Ora si riparte e l’albanese sembra essere quello più facile da prendere a differenza di Tony D’Amico. Il dirigente dell’Atalanta, che piace molto, infatti è ancora sotto contratto e per quanto sia lusingato dall’interessamento del club rossonero, dovrà lavorare almeno fino al termine dell’anno per il club bergamasco. Successivamente dovrebbe convincere la famiglia Percassi a lasciarlo partire, e questo intoppo temporale potrebbe incidere sulla scelta del Milan. Tare già nel 2019 era stato contattato da Paolo Maldini per il ruolo di Ds ma all’epoca era legato da un contratto alla Lazio e l’operazione non si sviluppò. A distanza di qualche anno l’albanese potrebbe sbarcare in rossonero e con lui il Milan dovrà ricostruire dopo un campionato molto al di sotto delle aspettative, a cominciare dalla scelta dell’allenatore. 

Milan, nuovo assetto societario: cosa cambia

Nei prossimi giorni il Milan dovrebbe compiere passi avanti decisi per la scelta del direttore sportivo. Tare e D’Amico si giocano un poso nell’organigramma rossonero che verrà rivisto per la prossima stagione. Inserire la figura di un direttore sportivo classico, in sostituzione al team di lavoro di quest’anno, sarà fondamentale per la rifondazione della squadra. Paolo Scaroni resterà il presidente del Milan, il Ceo con potere di firma continuerà ad essere Furlani (mercoledì volerà a Miami per un evento sponsor con Msc Crociere, potrebbe essere l’occasione per incontrare Cardinale), poi Tare sarà il ds e Geoffrey Moncada tornerà ad occuparsi dello scouting. Il senior advisor di Redbird, Zlatan Ibrahimovic, che anche oggi non figura nell’organigramma del club, sarà sempre il consigliere e braccio destro del proprietario americano Gerry Cardinale. Lo svedese sarà comunque d’aiuto a Milanello nella gestione della squadra e si rapporterà quotidianamente con Tare.  


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