Milan-Tare, ora l’incontro decisivo: perché è il grande favorito 

Bisogna trovare subito il nuovo ds per pianificare  la prossima stagione: Igli è libero e può già operare, il casting sta per finire
Milan-Tare, ora l’incontro decisivo: perché è il grande favorito 
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Antonello Gioia
5 min

È stato lui il primo ad essere contattato a febbraio e il primo ad essere incontrato a Londra. E ora, dopo l'abbandono della pista Fabio Paratici, è nuovamente lui il grande favorito per diventare il nuovo direttore sportivo del Milan. Igli Tare, a grandi passi, si sta avvicinando ad assumere un ruolo tra gli uffici di via Aldo Rossi e il centro sportivo di Milanello. Non un ruolo qualunque, s'intende, ma centrale, determinante, carico di responsabilità e d'influenza. Ed è proprio di questi compiti che si parlerà nell'incontro imminente tra Giorgio Furlani, amministratore delegato del club, e l'ex dirigente della Lazio; probabilmente non un colloquio risolutore, ma il classico step che spalancherà le porte al sì definitivo. Furlani è alla ricerca di un direttore sportivo da lui stesso definito tradizionale. Al Milan serve, cioè, una figura di campo, che se ne occupi con grande costanza e frequenza, che proponga e condivida con il resto del management le scelte tecniche su allenatore, calciatori in entrata e calciatori in uscita. Questo tipo di dirigente, d'altronde, è mancato ai rossoneri nelle ultime due stagioni; dopo il licenziamento di Paolo Maldini e di Frederic Massara, infatti, i compiti classici del direttore sportivo sono stati suddivisi su più persone (lo stesso Furlani, il direttore tecnico Geoffrey Moncada e il Senior Advisor di RedBird Zlatan Ibrahimovic), senza che si ottenessero i risultati sperati. Anzi, con l'ultima stagione il Milan ha sprecato molto del buono costruito negli ultimi cinque anni a livello sportivo, molto probabilmente anche per la mancanza di una figura professionale con una grande - e, perché no, esclusiva - esperienza di calcio. 

Milna, Tare in pole position 

L'identikit, grossomodo, coincide con quello di Tare. E, sul suo curriculum, c'è anche una specifica in più che i suoi rivali nella corsa alla scrivania rossonera (Tony D'Amico dell'Atalanta in primis) non hanno: lo status di dirigente svincolato. Essendo libero da contratti con altri club, l'ex Lazio può incontrare liberamente il Milan subito, proponendo i suoi progetti senza che siano condizionati dalla stagione in corso e pianificando l'eventuale annata successiva nelle nuove vesti. Un vantaggio non da poco che, però, era sfruttabile già a febbraio, quando Gerry Cardinale e Ibrahimovic incontrarono Tare a Londra senza la presenza di Furlani. Poi c'è stato il viaggio a New York, con i poteri ribaditi e accresciuti dell'ad, e la trattativa serrata con Paratici, che si è chiusa con un nulla di fatto. In sintesi: il Milan, se dovesse accordarsi con Tare, avrà perso nuovamente tempo. 

Tempo di scelte  

Il casting per il direttore sportivo non dovrebbe prolungarsi oltre aprile: l'incontro a strettissimo giro di posta con Tare va proprio in questa direzione. Il nuovo dirigente dovrà avere il tempo di selezionare, incontrare e scegliere il nuovo allenatore dopo aver sondato l'ambiente e decidere del futuro di alcuni calciatori in rosa (tra cui c'è il nome di grido di Theo Hernandez) e la questione spinosa dei rinnovi. La nuova stagione è alle porte e il Milan, dopo un'annata così incredibilmente difficile, deve far di tutto per non arrivare nuovamente impreparato. 


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