De Laurentiis, Puglia e porta a casa

De Laurentiis, Puglia e porta a casa© LAPRESSE
Ivan Zazzaroni
3 min

Una settimana fa il nostro Antonio Giordano telefonò a De Laurentiis, che gli vuole un bene matto, per controllare se fosse vero che si stava interessando a Bari. La risposta del presidente del Napoli fu decisa: “Devo girarci un film”. All’inevitabile insistenza del giornalista reagì male (vero).

Ripensandoci, non mentiva: stava effettivamente allestendo un film, un film di calcio, titolo provvisorio “Come ti prendo un club glorioso ma agonizzante con pochi soldi e in tre anni lo riporto in alto-parte seconda”. Trama non del tutto inedita, in effetti, differenti - rispetto alla pellicola precedente del 2004 - solo alcuni interpreti: penso ad esempio al sindaco del capoluogo pugliese Antonio Decaro e all’avvocato bolognese Mattia Grassani.

Ieri il primo ciak del sequel, la parte in cui il bi-capo espone le linee del progetto, svela i nomi di un paio di attori (suo figlio Luigi, prossimo presidente, e Filippo Galli, responsabile del settore giovanile) e chiarisce che il Napoli e il Bari faranno percorsi totalmente diversi, anche perché - aggiungo io - uno parte dalla Champions e l’altro dalla D e non potranno mai ritrovarsi insieme in A, a meno di una dismissione, visto che in nessun angolo del mondo, neppure alle Isole Vergini, la doppia proprietà nella stessa categoria è consentita.

Alcuni napoletani non l’hanno presa bene, le antipatie tra le piazze sono state evidenziate, ma la contestazione è nata innanzitutto dall’insoddisfazione per la campagna acquisti no-top: se DeLa avesse portato Cavani o Benzema avrebbe ottenuto dalla Curva A il permesso di acquistare anche il Bisceglie e il Capurso.

Per Bari il suo arrivo è oggettivamente una buona notizia poiché interrompe anni di gestioni fallimentari e manifestazioni di interesse imbarazzanti: De Laurentiis sa fare calcio, l’ha dimostrato nei quattrodici anni in cui al mestiere del produttore cinematografico ha progressivamente anteposto quello del presidente di calcio: competitività e equilibrio finanziario sono i suoi must; certo, con lui l’opposto si affaccia prepotente e allora pazienza se a momenti di innegabile affabilità ne alterna alcuni di evitabile arroganza: si è autoproclamato Matador, il valore, l’uomo capace di portare l’impresa da zero a nove. Il dieci lo assegnano i successi, i titoli.

Con De Laurentiis il Bari può dunque tornare a respirare, con De Laurentiis il Napoli può continuare a sospirare (lo scudetto): ma è sempre necessario fare i conti con la propria storia e con i numeri prima di trarre delle conclusioni infelici. Un grande merito gli va infine riconosciuto, quello di aver smontato il luogo comune franchiano che bollava i presidenti come ricchi scemi: lui è tutt’altro che scemo, con il pallone riesce a fare i punti e anche il grano. Forza NapolaBari!


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