Napoli, il martirio del San Paolo: con la Fiorentina sarà il deserto

Prezzi poco popolari, stadio non accogliente, tensioni: contro la Viola i tifosi saranno soltanto 15mila
Napoli, il martirio del San Paolo: con la Fiorentina sarà il deserto© Getty Images

INVIATO A CASTEL VOLTURNO - Dov’è l’errore (ammesso che ce ne sia uno soltanto)? E bisognerà porsi una domanda e inseguire una soluzione, per uscire dalla palude e spruzzare nell’aria un pizzico di serenità che aiuti a guardarsi dentro, ognuno per sé. Napoli-Fiorentina è la rappresentazione d’una «guerra fredda» che ha svariate origini e quei quindicimila (?) biglietti venduti sintetizzano una spaccatura ormai dichiarata tra la città e De Laurentiis intorno alla quale rimangono macerie. Cosa (non) è successo in quest’estate infernale, quella nella quale è approdato a Napoli una leggenda tra gli allenatori, quella nella quale non s’è mai avvertito, mai seriamente, la fierezza d’una squadra arrivata a novantuno punti - dunque alla soglia dello scudetto - quella in cui l’etere s’è riempito di veleni sparsi qua e là senza esclusione di colpi.

MINIMO - Di Napoli-Fiorentina, ancor prima che si giochi, resterà un’immagine desolante d’uno stadio ridotto al vuoto esistenziale, il paradosso malinconico d’un concentrato di entusiasmo genuino in cui, un giorno all’improvviso verrebbe da dire, compare la disaffezione di massa, lo strappo collettivo, la frattura composita tra un club e i tifosi. E’ la fotografia di una falla che è andata ingigantendosi e ora diviene una voragine, come quegli spalti nudi d’un impianto scheletricamente ridotto al nulla, perché così mai uno stadio senza gente?

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INVIATO A CASTEL VOLTURNO - Dov’è l’errore (ammesso che ce ne sia uno soltanto)? E bisognerà porsi una domanda e inseguire una soluzione, per uscire dalla palude e spruzzare nell’aria un pizzico di serenità che aiuti a guardarsi dentro, ognuno per sé. Napoli-Fiorentina è la rappresentazione d’una «guerra fredda» che ha svariate origini e quei quindicimila (?) biglietti venduti sintetizzano una spaccatura ormai dichiarata tra la città e De Laurentiis intorno alla quale rimangono macerie. Cosa (non) è successo in quest’estate infernale, quella nella quale è approdato a Napoli una leggenda tra gli allenatori, quella nella quale non s’è mai avvertito, mai seriamente, la fierezza d’una squadra arrivata a novantuno punti - dunque alla soglia dello scudetto - quella in cui l’etere s’è riempito di veleni sparsi qua e là senza esclusione di colpi.

MINIMO - Di Napoli-Fiorentina, ancor prima che si giochi, resterà un’immagine desolante d’uno stadio ridotto al vuoto esistenziale, il paradosso malinconico d’un concentrato di entusiasmo genuino in cui, un giorno all’improvviso verrebbe da dire, compare la disaffezione di massa, lo strappo collettivo, la frattura composita tra un club e i tifosi. E’ la fotografia di una falla che è andata ingigantendosi e ora diviene una voragine, come quegli spalti nudi d’un impianto scheletricamente ridotto al nulla, perché così mai uno stadio senza gente?

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