Napoli, laboratorio Ancelotti: ecco la rivoluzione di Carlo

Nuovi schemi, gioco ed equilibri: così il tecnico degli azzurri ha trasformato la squadra attraverso il ruolo di tre giocatori chiave. Fabian Ruiz è diventato regista, Allan un metodista che sostiene la difesa e Callejon da ala a interno
Napoli, laboratorio Ancelotti: ecco la rivoluzione di Carlo
Antonio Giordano
3 min

CASTEL VOLTURNO - Transizione: e non è mica una cattiva parola...! E’ un tempo (utile e) necessario per planare da un mondo all’altro o, come dicono sui vocabolari, per defi nire il «passaggio da una situazione all’altra, sia in senso statico che in quello dinamico». Il Napoli di ieri, quello di oggi e (forse) di domani si è accomodato in «officina», ha scelto - per esigenze o per necessità, per vocazione del suo allenatore o per le qualità dell’organico - di essere «diverso», di mutare pelle, di rinunciare al tridente, nel quale si era calato splendidamente con Sarri, e trasformarsi in altro, assorbendo il codice-Ancelotti.

Oggi il Napoli ha aggiunto altre indicazioni sulla propria natura, ha offerto di sé una visione nuova, potrà piacere o anche no, e sa che il futuro gli apparterrà sostanzialmente in questo modo, eventualmente però ritoccabile, perché c’è una varietà interpretativa ch’è indiscutibile e che ha rappresentato anche elemento di chiacchierata della cena di fi ne anno di ieri sera, con gli elogi di De Laurentiis come glassa sulla stagione: «Grazie per quello che avete fatto, in una stagione positiva: non possiamo rimproveraci nulla». Essendo una stagione di transizione. «Abbiamo cambiato gioco, dopo aver fatto benissimo con Sarri, che è un grande allenatore. E bisogna dare meriti ad Ancelotti, che è intervenuto, ha sfruttao nuovi calciatori e chi aveva trovato meno spazio».

RITOCCO ALLAN - Il corso ha fornito rapidamente suggestive espressioni, ha segnato un tempo che non è stato sprecato e potrà essere utile nella stagione che verrà, da costruire attraverso un mercato che rimanga eguale al passato e insegua calciatori multiuso: l’Idea della difesa a tre e mezzo, in fase di impostazione, ha rappresentato la prima pietra d’una «rivoluzione» sostanziale per rimodellare il sistema e poi aggiungerci altro. E Ancelotti ha lanciato ulteriori input tattici: l’ultimo Allan, a Ferrara, s’è preso responsabilità con autorevolezza, è scivolato da terzo difensore aggiunto, quando è stato indispensabile sostenere Koulibaly e Luperto, ha rappresentato un riferimento delle due fasi e se n’è andato persino a segnare, quasi a sublimare la propria nuova identità.

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