Il Napoli va in ritiro: decide De Laurentiis

La sconfitta di Roma lascia tracce, ma Ancelotti crede nella reazione. Da oggi a domenica: sono giorni che tra il Salisburgo e il Genoa possono segnare l’intera stagione
Il Napoli va in ritiro: decide De Laurentiis© FOTO SONIA MOSCA

NAPOLI - Le facce, si sa, parlano, e raccontano ciò che c’è dentro ma anche quello che manca: gli occhi di tigre li chiamava Julio Velasco, e averceli o non ritrovarli non è mica poi la stessa cosa! E perché riemergano, dalle ombre di un pomeriggio pallido, dal buio di una classifica che comincia a inquietare, Aurelio De Laurentiis scende in campo e spinge il Napoli a guardarsi dentro, ad analizzarsi: tutti in ritiro, sin da stasera, per prepararsi a quella che Insigne ritiene la «partita della vita»; e fino a domenica, quindi fi no a dopo la partita di sabato con il Genoa, perché il campionato non può finire adesso, quando siamo al quattro di novembre, e se ne sono andate dieci giornate, c’è (almeno) la qualificazione in Champions League da conquistare e poi si vedrà...


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Roma-Napoli è una ferita aperta

L’ORDINE - Roma-Napoli è una ferita che si è aperta e sanguina ancora, richiede interventi immediati, senza indugi, perché è la natura stessa della partita a spingere alla rifl essione: ventotto minuti vuoti, sino al rigore parato da Meret, poi diciassette, quelli fino al riposo, in cui vengono costruite sette conclusioni, tra cui quelle della traversa-palo in polacco, frutto dello stacco di Milik e della rasoiata dal limite di Zielinski. Ma è una reazione a strappi, compare e sparisce, e poi c’è l’esito finale, la classifica che preoccupa, gli obiettivi che sfumano e questa condizione di distacco di alcuni che riconduce al marzo del 2015, quando, dopo la sconfitta in coppa Italia con la Lazio, ci fu De Laurentiis a condire le proprie considerazioni sulla «città tentatrice», optando per un periodo a Castel Volturno.


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L'Olimpico è la sintesi di questo momento da scacciare via

ANCELOTTI - Il week end amaro è cominciato all’Olimpico ma poi è continuato, perché quando si chiude una partita si apre un orizzonte nuovo, nel quale spingersi: la rabbia di Carlo Ancelotti è rimasta a lungo soffocata sul pullman, dove l’allenatore si è accomodato a fine partita, lasciando che fosse suo figlio Davide a gestire ogni apparente dettaglio, e però focalizzando i punti chiave di un discorso fatto alla squadra ieri mattina, con uno spogliatoio chiuso a doppia mandata e nel quale, oltre ai calciatori, c’era Cristiano Giuntoli, con la sua espressione seriamente infastidita. L’Olimpico è la sintesi di questo momento da scacciare via, in fretta: «Voglio vedere la cattiveria». Perché a Roma e prima a Ferrara, s’è perso il “sacro fuoco”, spentosi tra le pieghe di partite double-face, ormai non più consentite: undici punti dal primo posto, erano dieci anni che il Napoli non se ne stava così lontano dal vertice, e però in quel momento era soffocato in un’altra vita, a quel tempo la sua, veniva fuori dall’esonero di Donadoni e se ne era appena impossessato Mazzarri; stava cominciando una nuova era, un processo di crescita poi sviluppatosi anche rapidamente, mentre adesso, dinnanzi a questa involuzione stilistica e aritmetica, Ancelotti è uscito dalla sua proverbiale calma e, senza mai alzare la voce, però è andato a pizzicare le corde di ognuno, ha chiesto di scuotersi.


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NAPOLI - Le facce, si sa, parlano, e raccontano ciò che c’è dentro ma anche quello che manca: gli occhi di tigre li chiamava Julio Velasco, e averceli o non ritrovarli non è mica poi la stessa cosa! E perché riemergano, dalle ombre di un pomeriggio pallido, dal buio di una classifica che comincia a inquietare, Aurelio De Laurentiis scende in campo e spinge il Napoli a guardarsi dentro, ad analizzarsi: tutti in ritiro, sin da stasera, per prepararsi a quella che Insigne ritiene la «partita della vita»; e fino a domenica, quindi fi no a dopo la partita di sabato con il Genoa, perché il campionato non può finire adesso, quando siamo al quattro di novembre, e se ne sono andate dieci giornate, c’è (almeno) la qualificazione in Champions League da conquistare e poi si vedrà...


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