Napoli, la scelta di Ancelotti: ecco chi resterà fuori

Il tecnico vuole vedere la ferocia di Anfield per uscirne a testa alta. Saranno riscritte le gerarchie e messi ai margini alcuni senatori
Napoli, la scelta di Ancelotti: ecco chi resterà fuori© FOTO MOSCA
Antonio Giordano
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Dopo diciannove formazioni sempre tra loro diverse e un campionario di sistemi di gioco, Carlo Ancelotti ha scelto di uscire dagli schemi e di puntare non esclusivamente, forse neanche prioritariamente sul talento che ha ed è anche non confutabile, ma sugli uomini capaci di metterci anche la faccia: perché la crisi è autentica, è vera, è indiscutibile ed ha varie ragioni. Per risolverla, servirà un’anima, e andrà in campo chi dimostrerà di esserne in possesso, riscrivendo gerarchie che sono già state rivedute e anche corrette ma che terranno presente, in quest’immediato futuro nel quale la sua panchina verrà inevitabilmente sfiorata dal chiacchiericcio e dal venticello destabilizzante dei risultati , della personalità e anche del coraggio di affrontare, come ad Anfield, questo percorso accidentato dal quale il Napoli deve uscire fuori e può farlo solo a testa alta.

Ancelotti, arriva il cambio di modulo

Poi si traccerà anche la strada, ma attraverso un convincimento generale, che si sposi con le caratteristiche di questa squadra che ha dimostrato - anche contro il Bologna, precedentemente all’Olimpico capitolino contro la Roma - di non avere nelle corde il tridente, per assenza di registi classici e l’altro giorno per la voragine che si è aperta dopo l’infortunio di Allan. E però la tentazione è di riprovarci ancora, almeno una volta, per assecondare soprattutto la natura degli esterni, magari «allenando» uno come Elmas al ruolo di play. Ma questo, ora, è in richiamo alla coscienza collettiva, stavolta, che viene schierata nella formazione base. Per arricchirla d’una ferocia che è stata smarrita - tranne con il Liverpool, con l’Atalanta e poi in rare e momentanee circostanze.

Ecco i giocatori messi ai margini da Ancelotti

Callejon è già scivolato ai margini, con le sue due panchine consecutive, e anche Mertens è entrato nel cast dei precari di una squadra che può anche rinunciare alla genialità di calciatori-simbolo, mai alla voracità che al Napoli è mancata con il Genoa, a San Siro e anche - a tratti - con il Bologna, dove le difficoltà tattiche sono state superiori a quelle caratteriali. Ma nessuno è ormai intoccabile, è una categoria che può dirsi rimossa dalle schiere azzurre di Castel Volturno, stravolte da questo ciclone che si è abbattuto sul Napoli nelle ultime sei partite, ricche di niente, appena quattro pareggi e due sconfitte e la vittoria lontana più d’un mese.

Ancelotti, il cuore per evitare il fallimento

E il pericolo che diventi un’annata fallimentare, con il quarto posto a distanza siderale, Ancelotti ha scelto di sfidarlo a modo suo, stravolgendo una sua antica abitudine, il dialogo ma anche il senso autentico dell’estetica: il Napoli che verrà, da Udine in poi, dovrà avere gli occhi di tigre. Che sia 4-3- 3, come sembra, o che si torni al 4-4-2, il risultato finale dovrà essere uno e uno solo: perché questi sono incredibilmente diventati dettagli assai marginali. Adesso è innanzitutto una questione di cuore.


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