Napoli, Mertens e Callejon: un finale da salvare

Il belga insegue il record di gol e lo spagnolo rivuole il posto: sei mesi per chiudere in bellezza
Napoli, Mertens e Callejon: un finale da salvare© EPA
Antonio Giordano
3 min

NAPOLI - È stato bello, e persino bellissimo: e proprio quando stanno per cominciare a scivolare i titoli di coda, quel filo di malinconia sparisce dentro un nuvolone d’ira collettiva che gonfia l’aria e l’appesantisce. Sette anni vissuti meravigliosamente, uno a fianco all’altro, spaziando da destra a sinistra e poi planando al centro, riempiendo Napoli di loro, del loro estro, di una intelligenza calcistica che rimane e non può affogare, proprio adesso, in quell’atmosfera greve che opprime sino a soffocare. Cosa è stato Mertens lo raccontano i gol, le smorfie, l’empatia con una città che lo ha adottato fino a farne uno scugnizzo; e cosa ha rappresentato Callejon è in quella versatilità assoluta, una totale dedizione alla causa, che rimane. Del domani non v’è alcuna certezza, però a giugno i contratti scadranno e le strade che conducono in Cina sono infinite, potrebbero persino essere imboccate prima, ma soltanto in presenza di un’offerta che consenta al Napoli poi di reinvestire immediatamente e di cercare gli eredi: ma quando il sipario calerà, in qualsiasi momento, qualcosa resterà di entrambi, e saranno emozioni.

Mertens, vicerè dei bomber

Mertens è il viceré dei bomber, sta appena quattro passi dietro ad Hamsik, rincorre nell’ombra d’una cresta che l’ha accompagnato con gli assist e con la solidità d’un rapporto brioso, rinfrescato da una cena nel mese scorso consumata prendendosi in giro. «Hai chiamato il mister per non farmi giocare». Centodiciassette reti in duecento novantotto partite: questi sono i fatti e tutto il resto rimane un chiacchiericcio vuoto e persino offensivo che giace lì, nei pressi di un contratto scaduto che non verrà rinnovato, perché la Cina chiama e l’Inter osserva da vicino. 

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