Napoli, Gattuso pensa alla gabbia per domare Messi

L'allenatore azzurro in vista della sfida di Champions League contro il Barcellona sta pensando come fermare il fuoriclasse argentino, autore di quattro gol contro l'Eibar
Napoli, Gattuso pensa alla gabbia per domare Messi© SSC NAPOLI via Getty Images
Antonio Giordano
3 min

NAPOLI - Non va più di moda contar le pecore: è finito quel tempo, e si può vivere nell’insonnia ondeggiando tra un dribbling e una veronica. «Io faccio fatica a chiudere gli occhi, non dormo, a volte ho gli incubi». Saranno uno strazio le notti di Gattuso, e ci sarà da perdersi nelle tenebre, inseguendo un sogno o studiando se esista un metodo - fosse pure uno solo - per costruirsi un sogno. Gli avevano detto che il Barça fosse in crisi e Messi persino contrariato: poi accendi il televisore, dai un’occhiata a un sabato pomeriggio stellare, e ti rendi conto che non c’è un briciolo di verità nei racconti e che la realtà, maledizione, è addirittura peggiore della fantasia altrui. Messi non è umano, arriva da un pianeta lontano, vaga nel suo macrouniverso spaziale, segna tre gol in trentanove minuti, poi si prende una pausa e forse è semplicemente prodigo, e dopo altri quarantotto minuti, quando è già in crisi di astinenza, sistema il quarto autografo sulla partita e l’ennesima «minaccia» sul San Paolo.

Ma si ferma?

Nella umanissima «pretattica» dialettica, Gattuso ha evitato Messi e il Barça, lasciandoli ai margini del Brescia: e però poi, quando a Mompiano era finita da un battito da ciglio, ormai potendoselo permettere, l’ha confessato. «Vuole che non ci stia già pensando». È naturale starsene inchiodato con lo sguardo nel vuoto, per immaginarsi come possa costruirsi una «gabbia», dove sistemarla: ma non è mai bastata in passato e neanche ieri ne è stato capace l’Eibar, però qualcosa nelle cento ore che vanno da Brescia al Barça, bisogna inventarsi, entrando nelle pieghe d’un fenomeno che è paranormale. Messi attacca da destra, dal centro, da sinistra, non offre punti di riferimento, non ha limiti (di velocità, né di palleggio), né pudore, e il Napoli dovrà pensare anche agli «altri» dieci, ovvio, però starsene inchiodato con lo sguardo intorno a quella sagoma che sfila via, come un cobra che ti addenta alla giugulare.

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