Koulibaly è il più corteggiato d'Europa: il Napoli vuole 100 milioni

Psg e Manchester United non hanno smesso di seguirlo e potrebbero fare l’offerta giusta
Koulibaly è il più corteggiato d'Europa: il Napoli vuole 100 milioni© Getty Images
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NAPOLI - Caro Kalidou ti scrivo. Mi scrivo: «Ricordo ancora tutto». Il volo, il gol, il sogno. «Un attimo in cui ho rivissuto tutta la mia vita». E che per un attimo lungo una settimana ha stravolto l’esistenza di un popolo che non ha mai dimenticato. Non ancora: tant’è che a distanza di due anni, due anni ieri, la gente ha voluto celebrare insieme con lui quel momento, come uno stralcio indimenticabile della storia del Napoli. Buon anniversario, Koulibaly: è un po’ il senso della lettera che il colosso azzurro ha scritto in calce all'immagine simbolo a mezzo social, ravvivando i colori del ricordo del colpo di testa più importante della sua carriera: quello che il 22 aprile 2018 valse la vittoria allo Juventus Stadium con la Juve, al 90’, e soprattutto l’idea che quel Napoli avrebbe potuto conquistare il terzo scudetto dopo 28 anni di attesa. La storia non andò così, certo, ma Kalidou sarà per sempre l'eroe volante e l’uomo del sogno; anche a dispetto dell’incubo di agosto 2019: già, l’autogol con la Juve ancora allo Stadium, al 92’, che rese vana una storica tripla rimonta, suggerendo e anticipando il tenore della sua stagione. Mica bella, altroché, a prescindere dalla pandemia. E ora? Beh, la ripresa e la speranza di tornare in campo dopo l’infortunio e poi il mercato. Il Grande Dubbio, maiuscolo: è sempre lui, il più corteggiato. E’ sempre lui, monsieur 100 milioni di euro.

La lettera

E allora, da Kalidou a Koulibaly. Faccia a faccia con i ricordi e con la storia dal salotto della casa di Posillipo che guarda il mare e le isole. La vista è mozzafiato, dalla terrazza, e con un salto puoi toccare il cielo proprio come accadde due anni fa a Torino. Tutto nacque da un calcio d’angolo dipinto al 90’ da Callejon: «Ricordo ancora il rumore dell’impatto del pallone sulla mia fronte». Vero, si percepì forte e chiaro. «Poi quell’attimo di silenzio». Il gelo dei bianconeri e l’incredulità degli azzurri. «E poi l’abbraccio di José e di tutti gli altri. Intanto, nella mia testa, rivivevo tutta la mia vita: attraverso la gioia di un popolo».

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