Gattuso: "Ora testa al primo obiettivo stagionale". Poi il retroscena su Ibra...

Il tecnico azzurro: "Diamo continuità, se qualcuno mi assomiglia non lo faccio giocare. Zlatan era un kamikaze, vi dico chi lo soffriva..."
Gattuso: "Ora testa al primo obiettivo stagionale". Poi il retroscena su Ibra...© ANSA
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"Le partite sono tutte difficili, abbiamo sofferto, ma l’importante è tenere botta. Il risultato è bugiardo, loro ci hanno messo in difficoltà, poi sono rimasti in dieci. Dobbiamo continuare, non è facile giocare ogni tre giorni, bisogna fare meno danni possibili e non perdere giocatori". La schiettezza di Rino Gattuso non manca nemmeno nel post partita di Crotone-Napoli, dopo una vittoria larga della sua squadra, dopo il secondo 4-0 consecutivo in campionato. Il tecnico azzurro poi aggiunge: "Classifica? Diamo continuità, stiamo facendo cose importanti, sul campo abbiamo 21 punti. Giovedì c’è il primo obiettivo stagionale contro un avversario difficile. Io non voglio giocatori che mi somigliano, ma voglio una squadra che giochi anche col coltello fra i denti. Se qualcuno mi assomiglia, non lo faccio giocare perché voglio il palleggio e un calcio diverso. Io non ero così pensante e avrei fatto tanta panchina con un calcio diverso. Oggi è differente, il calcio è cambiato negli ultimi anni" spiega a Sky. 

Napoli, Gattuso su Ibrahimovic

"Zielinski? Non ho mai visto saltare l’uomo come fa lui, danza quando ha la palla, ma gli mancano 7-8 gol. Ha tiro, balistica, tecnica, si sta ritrovando dopo il Covid. È molto forte, mi piace come gioca sia da mezzala che dietro la punta e ha margini di miglioramento" prosegue Gattuso. Che sui tempi al Milan condivisi con Ibrahimovic dice: "Gli rompevo più io le scatole, spesso gli dicevo di stare zitto perché non tutti accettavano la cazziata. Ad alcuni dovevi dire bravo, mentre lui era un kamikaze e non guardava in faccia a nessuno. Abate e Antonini lo soffrivano, a Ignazio gli ha fatto passare le pene dell’inferno. Ha una tecnica immensa lui, per il Milan è stato importante. Se perdeva in allenamento, spaccava lo spogliatoio in due minuti. Ora sono cambiati i tempi, noi allenatori dobbiamo essere bravi a capire in che mondo siamo. Come un padre con i figli. A me la musica non piace nel spogliatoi, ma le cose sono cambiate. Oggi su questo non puoi essere troppo martello" conclude. 


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