A Gattuso servirebbe il ringhio di Rino

Il tecnico del Napoli sostiene che lui non troverebbe posto come calciatore nella sua attuale squadra, invece il paradosso è che gli occorrerebbe un mediano gattusiano
A Gattuso servirebbe il ringhio di Rino© LaPresse
Biagio Angrisani
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ROMA - Gennaro Gattuso nella sua vita da mediano ha vinto tutto quello che c’era da vincere e anche qualcosa in più che magari può sfuggire. Sia a livello di club sia in Nazionale. Prima di salire sul tetto del Mondo con Marcello Lippi nel 2006, Rino da Schiavonea si era già laureato campione d’Europa under 21 nel 2000 con Marco Tardelli. Con il Milan ha collezionato tanti trofei, da titolare, che basta citare due Champions, due Supercoppe europee e un Campionato del mondo per club per archiviare subito il tutto senza dover citare tutta la scintillante bacheca.

IL PARADOSSO - Da tecnico, Rino Gattuso sta costruendo la sua carriera non senza soddisfazioni. Ha già allenato in tre Paesi (Svizzera, Grecia e Italia) e guida attualmente una compagine di valore europeo. Al di là della sua cifra tecnica, il coach calabrese nel dopo gara ha una narrativa schietta e quando c’è da ammettere qualche errore non si tira indietro nelle risposte nonostante il set tv che conia le domande sia a volte stucchevole, teso più all’entertainment che all'analisi giornalistica. Comunque, in più occasioni, Gattuso ha affermato che nel Napoli che allena, probabilmente lui non troverebbe spazio da calciatore perché il football si è evoluto e la cifra tecnica dei suoi attuali calciatori è di gran lunga superiore a quella che lui esprimeva in campo. E qui scatta il paradosso. Pur togliendo la tara di celia che condisce le umane vicende, è proprio vero che il ringhio di Rino in mediana non servirebbe al Gattuso tecnico? Probabilmente, l’assenza di un elemento di tal genere, è il vero tallone d’Achille nel Napoli che manda in campo. Uno come lui non giocherebbe per mancanza di requisiti tecnici? E l'Italia avrebbe vinto i suoi quattro Mondiali senza il temperamento di Monti, Ferrari, Orali, Marini e Gattuso?

CENTROCAMPISTA - Senza scendere nei dettagli del cubetto di ghiaccio -  infilato dove non batte il sole per lenire un bruciore procurato da una trentina di scariche “a ventaglio” - per essere in campo nella finale del 2006 contro la Francia, è indubbio che Gattuso darebbe una valida mano in qualsiasi centrocampo a due, a tre o a quattro con la sua grancassa portata sulle spalle, e permetterebbe di suonare al meglio lo spartito a tutta la squadra rubando palloni da consegnare ai suoi professori di violino (Zielinski, Fabian Ruiz) certamente con piedi più educati di Rino calciatore. Dopo la cessioni di Allan, un gattusiano servirebbe eccome nonostante la presenza in rosa di Bakayoko, Demme e Lobotka. «In questa squadra che alleno io non troverei posto» è soprattutto un complimento carino nei confronti dei suoi calciatori, ma qualche tecnico rinuncerebbe al Ringhio di Rino quando c’è da vincere la Champions, la Supercoppa italiana o europea, l'Europa League o in una maratona verso lo scudetto? Probabilmente, neppure Gattuso se avesse un Rino a disposizione con l’accortezza di fargli terminare la partita perché la vera evoluzione è l’occhio orwelliano dell’immagini analizzate dal Var, capace di vedere anche i più nascosti falli di gioco. Quello probabilmente sarebbe l’unico problema, il resto è un esercizio di stile.


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