Napoli, il discorso di Insigne ai compagni

Il capitano rimette tutto in ordine, parla con la squadra per spiegare le parole dettate dalla rabbia e da leader dà la carica per ripartire
Napoli, il discorso di Insigne ai compagni© LAPRESSE
Antonio Giordano
3 min
Tagsnapoli

Prima che a Lorenzo Insigne si «tappassero le vene», sono successe cose che con il replay della memoria lo scugnizzo deve aver rivisto: 93'05, una quarantina di secondi al termine d’una partita che sa (di nuovo) di Champions League, c’è una rimessa per il Napoli, intorno alla metà campo. In casi del genere, si fanno varie scelte, tranne quella che s’inventa la premiata ditta Di Lorenzo (con le mani) & Bakayoko (controllo insistito e inutile). Ferrari morde, Haraslin parte e Manolas completa l’opera. Dopo dodici secondi esatti da quel fallo laterale, il quarto posto diventa un tormento, l’ira si sparge nel corpo e Cambronne fa la sua comparsa in campo, perché adesso nulla si nasconde e c’è sempre un video «maledetto» che inchioda il labiale: «Siete una squadra di...». E’ un attimo, fatale, perché subito a caldo, già a Reggio Emilia, Insigne - con Ghoulam - raccoglie intorno a sé il gruppo e spiega che, non si possono buttar via così i punti, per un errore assolutamente da evitare «e ora ripartiamo, inseguiamo la Champions, crediamoci».

Insigne, analisi degli errori

E poi, 14 ore dopo il «fattaccio», capitato proprio in uno stadio che riporta alla mente il rigore sbagliato contro la Juventus, nella finale di Supercoppa all’80, accolto dai suoi compagni di squadra con comprensione, Insigne ritiene doveroso fare un passo indietro e poi ancora uno avanti, chiacchierando in maniera distesa, ribadendo i concetti della sera precedente: analisi degli errori, ricostruzione delle ambizioni e ancora lo sguardo sul quarto posto: «Perché possiamo farcela».

Gli effetti: Insigne si è vestito da capitano

E’ stata una notte cupa e turbolenta, perché i social ormai trasmettono in mondovisione tutto ciò ch’è successo e poi interpretano: e svegliandosi dall’incubo, ma avendo intuito che ciò che capitava intorno a sé risultava dannatamente vero, Insigne si è vestito da capitano, ha smesso di ragionare di «pancia» e ha occupato la scena, per spegnere quel vulcano.

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