Gavillucci: "Udinese-Napoli andava sospesa"

Parla il primo arbitro ad aver sospeso una gara di Serie A per cori razzisti: "Non capisco perché Manganiello non l'abbia fatto"
Gavillucci: "Udinese-Napoli andava sospesa"© ANSA
3 min

NAPOLI - I cori in Udinese-Napoli? La partita andava fermata, il regolamento parla chiaro”: parola di Claudio Gavillucci, il primo arbitro che abbia fermato una partita di Serie A per l'insorgere di continui cori razzisti dagli spalti. Il fischietto ha parlato a Radio Punto nuovo di quanto accaduto lunedì sera alla Dacia Arena: "Non avevo visto la gara - ha affermato - e la prima cosa che sono andato a controllare quando me l’hanno detto se i cori erano udibili, chiaramente. Possiamo dire che Manganiello non abbia rispettato il regolamento? Il regolamento parla chiaro, l’arbitro deve far fare l’annuncio e può interrompere momentaneamente la gara, poi un eventuale interruzione definitiva spettava alle forze dell’ordine. Dopo la mia interruzione di quella gara, se non sbaglio anche Rocchi interruppe la partita Roma-Napoli. Purtroppo, ci sono state anche altre occasioni e non capisco perché lunedì sera Manganiello non abbia interrotto momentaneamente la partita".

"Rigori non dati? Peggio una partita non interrotta per razzismo"

"Il razzismo e la discriminazione razziale c’entra poco con la situazione dell’AIA. Gli arbitri non sono razzisti, ma mi piacerebbe che una mancata interruzione di una partita per cori razziali da parte dell’arbitro fosse ritenuta più grave dell’ errore per un mancato rigore": più chiaramente di così, Gavillucci non si sarebbe potuto esprimere. Ma il suo allontanamento dall'AIA difficilmente verrà revocato: "Ho fatto ricorso perché i numeri mi davano ragione - sottolinea Gavillucci - se un arbitro viene considerato scarso non può essere designato per 18 partite in un campionato. Quindi quello che volevo sapere dal tribunale era solamente se la mia dismissione c’entrasse realmente con le valutazione tecniche come sosteneva l’Aia, valutazione che io non ho mai conosciuto durante la stagione. Un'AIA migliore? Il risultato personale è stato scarso, ho perso su tutti i fronti e non sono più associato AIA, in quanto avendo fatto ricorso contro la mia dismissione secondo l’Associazione non incarnavo più i valori dello sport e non meritavo più la tessera federale. In generale la mia battaglia ha portato un netto cambio di rotta di cui ne stanno giovando tutti gli Arbitri oltre che la stessa Associazione".


© RIPRODUZIONE RISERVATA