Napoli-Cagliari, il ritorno di Mazzarri. Quanti ricordi...

Napoli-Cagliari, il ritorno di Mazzarri. Quanti ricordi...© Getty Images
Antonio Giordano
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Correva l’anno.... È il tempo che sfugge via, però lascia che i ricordi restino lì, incancellabili, come graffiti che allietano: 6 ottobre 2009, pare quasi un’altra vita, e forse lo è per davvero, e il Napoli, in quell’istante, non è ancora consapevole d’aver avviato la sua nuova evoluzione, aprendo un ciclo. Walter Mazzarri compare dopo un semestre cupo che Donadoni attraversa da traghettatore: Reja, che ha provveduto a far risorgere dalle ceneri un club dal fallimento e l’ha portato in serie A e persino in Europa, è andato via a marzo e dopo di lui, in quell’idea che ha il marchio della provvisorietà, si scorge all’Olimpico di Roma, dove il Napoli perde malamente, la sagoma d’un uomo che non sta ancora picchettando sul proprio orologio, per scandire la sua epoca d’un quadriennio da ricordare.

Walter Mazzarri riesce a sistemare le cose a Napoli

Napoli-Cagliari, nel suo piccolo, è un amarcord o anche un instant book per rileggersi cosa è stato il passato e quando (e quanto) è cambiato il destino, afferrato da Walter Mazzarri con le sue mani rugose e stravolto immediatamente, sistemando tredici risultati utili consecutivi e cominciando a scalare una classifica che da pericolosa diventa invitante: sesto posto, Europa League, ma chi l’avrebbe sospettato al suo arrivo?

Il Napoli di Mazzarri: una Coppa Italia e un ottavo di finale in Champions League

Nei suoi milletrecentoventuno giorni (e nelle sue centoottantadue panchine) vissuti standosene spesso rinchiuso in se stesso, prigioniero d’una torre d’avorio nella quale si calava, Mazzarri lancia (il) Napoli in una dimensione inedita nel Terzo Millennio, gli regala le stordenti nottate europee, l’eleva alla felicità assoluta vincendo la Coppa Italia del 2012 e quindi riaprendo una bacheca ormai arrugginita, lo porta ad un ottavo in Champions League che sa di rimpianto (fuori ai supplementari a Stamford Bridge, con il Chelsea che vincerà il trofeo), lambisce persino il sogno dello scudetto andandoci vicino assai e vedendolo sfumare, nell’ira bruciante, a cinque giornate dalla fine, nel 2011, con la sconfitta interna con l’Udinese che consente al Milan di Allegri, a quel punto avanti di sei punti, di vincere di muso lungo.

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