Infortunio Osimhen, le condizioni e quando rientra secondo gli esperti

Il parere di tre specialisti sull'operazione e sui tempi di guarigione dell'attaccante del Napoli, dopo le fratture multiple scomposte dell’orbita e dello zigomo sinistro rimediate contro l'Inter
Infortunio Osimhen, le condizioni e quando rientra secondo gli esperti© LaPresse
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MILANO - Gli esami strumentali effettuati a Victor Osimhen all’ospedale Niguarda di Milano, dopo l’infortunio al volto nella gara Inter-Napoli, hanno evidenziato fratture multiple scomposte dell’orbita e dello zigomo sinistro. Ora bisognerà operare per “ridurre” le fratture, ossia rimettere al loro posto le ossa che si sono “spostate”.  Un intervento in anestesia generale che, oggi, nei centri specializzati, si effettua utilizzando tecniche chirurgiche computer-assistite, che permettono di verificare già in sala operatoria la simmetria del risultato con un’accuratezza desiderata inferiore al millimetro. «Così si ha la certezza dell’esito, sia per la funzionalità sia per l’aspetto estetico, prima che il paziente si svegli dall’anestesia», spiega Gabriele Canzi, dirigente medico presso la Chirurgia Maxillo-Facciale del Niguarda, che ha fatto parte del team che ha assistito ed esaminato Osimhen nelle ore subito successive all’incidente. «La tac effettuata ha confermato i sospetti ed evidenziato una situazione complessa e delicata. Ma con le moderne tecniche e mani esperte il risultato finale sarà ottimo. I tempi di guarigione saranno piuttosto brevi».

Osimhen, i tempi di recupero

L’intervento sarà effettuato a Napoli, probabilmente oggi. «È un infortunio abbastanza serio, sembra ci sia una frattura scomposta con schiacciamento del pomello zigomatico – dice Maurizio Gargiulo, primario del reparto maxillo-facciale dell’Ospedale Cardarelli -. Sicuramente avrà bisogno di un intervento chirurgico con una riduzione delle fratture tramite placche in titanio. E questo allungherà il post-operatorio». L’obiettivo è riportare lo zigomo nella posizione preesistente per poi mantenerlo al suo posto, stabilizzandolo con placche e viti miniaturizzate in titanio. Se necessario, contestualmente, si ricostruiscono le pareti orbitarie con materiali alloplastici (come griglie in titanio) o con innesti ossei. In sintesi, è quanto più o meno accadrà in sala operatoria.

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