"Per Osimhen sei placche e diciotto viti”: l'impressionante racconto del medico

Parla il chirurgo che ha operato a Napoli l’attaccante nigeriano: “È stato davvero complesso, le condizioni del viso erano pessime”
"Per Osimhen sei placche e diciotto viti”: l'impressionante racconto del medico© LaPresse
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L’infortunio di Osimhen non è stato una semplice frattura allo zigomo ma ha interessato anche diverse ossa del viso". Gianpaolo Tartaro, il chirurgo che ha operato l'attaccante nigeriano a Napoli, ha rivelato i dettagli dell'intervento e i tempi di recupero. "Non è stato un trauma da urto, bensì da compressione: la forza cinetica generata dallo schiacciamento del viso di Osimhen contro quello di Skriniar ha creato un danno devastante - le parole a 1 Station Radio - Per ricomporre le fratture ho dovuto inserire sei placche e ben diciotto viti. È ancora presto per parlare di tempi di recupero perché l’intervento è stato davvero complesso: le condizioni del viso del calciatore erano pessime ma garantisco che l’intervento sia perfettamente riuscito”.

“Studiamo la maschera adatta per Osimhen”

L’osso malare si è pluri-frammentato - ha aggiunto a calciomercato.it - Avrà avuto una ventina di fratture, Osimhen è finito come sotto una pressa. Tre ore e mezza di intervento: tutto sbagliato quello che si è detto prima e quello che ho letto in giro. Tre incisioni abbiamo dovuto applicare su più punti del visto. I novanta giorni di prognosi sono, purtroppo, concretissimi. La maschera che tutti credono sia facile, purtroppo, scarica su dei punti particolari: questa maschera che facciamo oggi si appoggia dove c’è la frattura. Dobbiamo studiare una maschera adatta alla conformazione di Victor, non è una questione così banale, anzi. C’è un nervo lì, tutto molto complicato”.

“Rientro? Ci siamo presi una forbice larga”

Canonico (responsabile medico della SSC Napoli) è molto bravo, lo aiuterà per il meglio. Posso dire che di sicuro non va in Coppa d’Africa. Vediamo come si evolve la situazione, ci siamo presi una forbice larga. Vediamo come rispondono orbita e nervo: la cavità oculare si è stretta. L’occhio è uscito dall’orbita, andiamo con i piedi di piombo. Da tifoso, lo vorrei in campo, ma dobbiamo aspettare i tempi tecnici corretti”.


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