Napoli, la volata di Natale è un test

Spalletti (all.) 6 La maledizione del Sassuolo, dei pareggi all’ultimo istante, colpisce anche lui. Squadra double face: spietata fi no al 2-0, troppo bassa e quasi frastornata dopo il 2-1. Di certo costano tanto le uscite di Insigne, Fabian e Koulibaly.© Getty Images
Alessandro Barbano
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Alla fine non sai se il Sassuolo è costato più al Milan, battuto in casa domenica scorsa, o al Napoli, che esce da Reggio Emilia con un pareggio, tre pezzi da novanta infortunati, Insigne, Fabian Ruiz e Koulibaly, e Spalletti espulso. Che Berardi e compagni non fossero la Lazio in disarmo era da prevederlo. Ma la rimonta finale ribalta una gara che il Napoli ha dominato nel gioco, fino a quando ha potuto contare sull’undici titolare. L’uscita del regista spagnolo ha coinciso con la caduta verticale del possesso palla, che ha favorito l’assedio degli emiliani alla porta di Ospina. Contro una squadra come il Sassuolo tutto si può e si deve fare, tranne che cederle l’iniziativa. Il Napoli ha controllato la gara per due terzi, fino a quanto il regista spagnolo è rimasto in partita, ispirando insieme a Lobotka l’egemonia azzurra a centrocampo. Poi, in ventitré drammatici minuti, è cambiato tutto: la spinta del Sassuolo sulla fascia sinistra ha schiacciato gli azzurri nella propria tre-quarti. Il primo gol di Scamacca è un pezzo di bravura, ma agevolato dalla timidezza in marcatura di Mario Rui, che rinuncia a ostacolare il tiro del centravanti. Il secondo gol di Ferrari di testa è invece diretta conseguenza dell’uscita del centrale senegalese, fino a quel momento padrone assoluto del gioco aereo in area di rigore.

Questo per dire che le assenze degli uomini chiave possono rovesciare l’equilibrio di una gara tra una big del campionato e una provinciale emergente e senza timori reverenziali. I quattro punti che il Sassuolo rimedia negli scontri diretti con le due big della classifica non sono un caso: la squadra di Dionisi merita certamente più dei suoi 19 punti, e sarà per tutte le formazioni di vertice un ostacolo durissimo. La volata di Natale ora è per il Napoli una prova di maturità, con un trittico di partite al Maradona, che comincia domenica con l’Atalanta, prosegue con il Leicester e finisce con l’Empoli, prima della gara del 19 dicembre a San Siro contro il Milan. Gli infortuni, troppi e concentrati nello stesso arco di tempo, sono la variabile su questo percorso di avvicinamento allo scudetto, mentre la classifica in alto si fa stretta.

Una cosa è il centrocampo con Fabian Ruiz, Anguissa ed Zielinski, un altro quello con Lobotka, Demme ed Elmas, anche se lo slovacco ha disputato due partite esemplari. La rosa larga avvantaggia Spalletti, ma la percentuale di rincalzi non può superare il limite di guardia senza che la qualità del gioco ne risenta. Il finale di Sassuolo-Napoli consegna al tecnico toscano questa problematica evidenza. Il resto è nelle mani dei medici dello spogliatoio azzurro. Senza Osimhen, Anguissa, e probabilmente Koulibaly e Fabian Ruiz, e con Insigne in forse per un indurimento muscolare, la gara contro gli alieni di Gasperini è nelle mani del cosiddetto «Napoli due». E del calore del Maradona, una riserva di carattere di cui si sente tutto il bisogno.


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