Napoli e i troppi infortuni, Albarella: "Serve abbassare i rischi"

L'esperto preparatore atletico analizza le cause che hanno portato ad un così elevato numero di infortunati in giro per l'Europa
Napoli e i troppi infortuni, Albarella: "Serve abbassare i rischi"© FOTO MOSCA
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NAPOLI - "Nell'ultima giornata dei vari campionati, in Serie A si sono contati 75 indisponibili, in Premier League 70, in Bundesliga 78. In Spagna di meno perché si gioca un calcio più palleggiato e con meno contatto fisico": questi i dati forniti dal preparatore atletico Eugenio Albarella. Da esperto, Albarella ha analizzato le cause di questa ecatombe che ha colpito tutti i maggiori campionati europei ai microfoni di Radio Marte: "Prima di dare giudizi - avvisa - bisogna sempre contestualizzare numeri e momenti della stagione. Il Napoli, come tutte le altre squadre di alto livello, sommano a poco più di 100 giorni dall'inizio della stagione circa 22-23 partite. Il Napoli nello specifico 21, la Roma per esempio 23. Le rose dei top club sono formate prevalentemente da Nazionali che hanno già giocato altre sette od otto partite. Capiamo bene quali sono le difficoltà degli staff sanitari e tecnici a gestire questa difficoltà di programmazione degli atleti. Al tutto bisogna addizionare la difficoltà della somma dei km degli atleti per le convocazioni in Nazionale. In un anno in media si fanno 90.000 km, due volte il mezzogiro del mondo. A questo aggiungiamo la difficoltà di assorbire il jet lag, che porta anche scompensi dei bioritmi. Il momento di recupero viene completamente sfalsato. Fisiologicamente il picco di maggior fatica per un atleta è di 48 post gara, ovviamente capite bene che diventa qualcosa di estremamente difficoltoso".

"I top club devono convivere con questi numeri"

Tra le squadre più colpite dagli infortuni c'è anche il Napoli, che ha avuto in infermeria ben cinque giocatori: "E purtroppo - rileva Albarella - si stratta di alcuni dei migliori, ma questo rientra nella statistica dei top club che devono convivere con questa tragedia sportiva. Tolto Fabian Ruiz, tutti gli altri sono Nazionali. Insigne ha giocato 67 partite l'anno scorso, non mi meraviglia purtroppo. Ci sarebbe da andare a discutere sulla gestione degli stress da competizione, che fa la differenza tra un top player e un giocatore normale. Oggi spesso le grandi squadre contro quelle più facili possono dare prestazioni al di sotto della media. Ti ritrovi a preparare una gara con un solo allenamento mentre magari dall'altra parte l'Empoli, per esempio, ha zero infortuni e una settimana tipo. Ha una rosa di un'età media più bassa e ha solo tre Nazionali. Quando ti alleni in settimana tipo la qualità e il rischio di infortuni scendono notevolmente". Ai problemi già analizzati, si aggiungono anche quelli causati negli ultimi anni dal Covid e, a gennaio, dalla nuova edizione della Coppa d'Africa, che sovraccaricherà ulteriormente le gambe dei giocatori impegnati: "Sono tutte queste cose insieme a creare problemi - prosegue Albarella - a cui aggiungo anche la mancanza di buonsenso da parte di chi gestisce oggi il calcio, che potrebbe dare piccole correzioni per poter abbassare i rischi. Il Napoli dieci giorni fa a giocato a Mosca in condizioni ambientali estreme, gli africani sono passati da temperature equatoriali a temperature siberiane. Basterebbe obbligare le partite in casa delle squadre russe tra settembre e ottobre. Coppa d'Africa? Problema già programmato negli anni, bisognerebbe troverebbe un accordo globale".


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