Napoli, Mertens è un caso. E l’urlo di Ghoulam

Dries non ha gradito la sostituzione, ne ha chiesto conto a Spalletti, era in disparte al brindisi di De Laurentiis. Poi Faouzi ha strigliato la squadra: "È solo colpa nostra"
Napoli, Mertens è un caso. E l’urlo di Ghoulam© LAPRESSE
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Tagsnapoli

L'idea era quella di chiudere l'anno in bellezza dopo la splendida vittoria di San Siro con il Milan, ma più che brindare al girone d'andata e ai sogni scudetto dell'anno che sarà, alla fine il Napoli ha fatto fatica anche a trovare chi volesse stappare lo champagne. Già: la notte con lo Spezia, vincitore al Maradona per la seconda stagione consecutiva e a questo punto una specie di tabù per gli azzurri, è tutta da raccontare. Sin dalla scena del brindisi natalizio proposto da De Laurentiis dopo la partita: il presidente prova a rincuorare tutti e invita Mertens, capitano di giornata e simbolo del gruppo, ad aprire la bottiglia ma lui nicchia. Resta seduto. E' incavolato per la sostituzione con Petagna decisa da Spalletti alla fine del primo tempo, tanto da discuterne civilmente con l'allenatore proprio nel corso dell'intervallo, e per tirarlo su ci vogliono Ghoulam e i compagni. Auguri di Buon Natale a tutti: pace, bene e poi un cazziatone di squadra con i fiocchi firmato proprio da Ghoulam come a marzo al Mapei, dopo il 3-3 beccato all'ultimo secondo con il Sassuolo. Fuori tutti e via: «Non possiamo perdere partite così: siamo il Napoli! E' solo colpa nostra». All'epoca portò bene, portò quattro vittorie consecutive: il miglior augurio possibile per un 2022 che partirà con la sfida dello Stadium con la Juve.

I dati

E allora: (l'altro) ieri, oggi e domani. Ovvero: la sconfitta con lo Spezia, la terza consecutiva in casa dopo quelle con l'Atalanta e l'Empoli; la partenza per le vacanze e i saluti a data da destinarsi agli uomini che dopo le feste raggiungeranno direttamente le rispettive Nazionali per prepararsi alla Coppa d'Africa (Anguissa, Ounas e Koulibaly); e poi le prospettive per il futuro sulla base di un'inevitabile analisi del pessimo ciclo inaugurato il 7 novembre a San Siro con l'Inter. Per la cronaca: il Napoli ha vinto con la Lazio in casa e il Milan in trasferta; ha pareggiato con il Verona in casa e il Sassuolo in trasferta; ha perso con Atalanta, Empoli e Spezia in casa e con l'Inter in trasferta. Totale: 8 punti in 8 partite, con conseguente discesa dal primo al terzo posto a -7 dall'Inter e -3 dal Milan. E ancora: una conclamata sindrome del Maradona, considerando il tris di sconfitte di cui sopra; e un recente problema realizzativo cristallizzato da un dato inequivocabile: gli azzurri hanno segnato appena un gol nelle ultime tre partite di campionato con Empoli, Milan e Spezia. E dunque, la capocciata da 3 punti di Elmas a San Siro. Benedetta, a questo punto. Nota positiva? Resiste come miglior difesa della Seria A: 14 reti incassate.

Corpo e mente

Alla base, di certo, il peccato originale. Cioè, il problema originale: le assenze. A cominciare dalla notte di San Siro con l'Inter, Spalletti ha dovuto fare a meno di: Osimhen (mai più rientrato); Koulibaly e Fabian (entrambi fuori dal Sassuolo); Insigne, recuperato ma poi fermato dal Covid; Demme, Politano e Zanoli, contagiati e guariti; Lobotka e Anguissa, rientrati con l'Empoli e il Milan; Manolas, addirittura già ceduto. Senza contare le assenze brevi: tipo Ounas, Zielinski e Mario Rui. Cose di campo e di calcio moderno, considerando l'incredibile serie ravvicinata di partite collezionate tra campionato, coppe e gare delle Nazionali, ma anche un handicap che alla lunga ha stritolato le condizioni psicofisiche: impegni innumerevoli, calciatori contati e cali fisiologici. Tutto di conseguenza. Mentre sorprendenti, a dispetto di un inizio di stagione cadenzato da 10 vittorie e un pareggio in 11 partite, sono i cali di tensione registrati sin dall'Inter: vecchio retaggio che sembrava dimenticato e che invece è tornato prepotente, tanto da innescare la rabbia di Ghoulam.

Ghoulam e Mertens

Fa riflettere, la strigliata di Faouzi ai compagni dopo lo Spezia: è in scadenza e finora ha giocato appena 14 minuti tra Bologna, Lazio, Milan e Spezia, eppure quando c'è da farsi sentire è il primo: senso di appartenenza, serietà, leadership. Anche Mertens, per la verità, si è fatto sentire nell'intervallo della partita di mercoledì: ha scoperto di essere sostituito e ha chiesto a Spalletti il perché e per come in presa diretta; senza drammi, per carità, ma è ovvio che dopo l'esclusione con il Milan e la battuta ironica firmata dallo stesso Dries dopo Milano - «E' un allenatore molto bravo anche se a volte fa scelte strane» -, non è assurdo parlare di una situazione quantomeno spinosa. Se non di un piccolo caso. Da oggi, comunque, gli azzurri saranno lontani, in vacanza: chi a Dubai, chi altrove e comunque in famiglia. La ripresa è fissata giovedì a Castel Volturno, quando si comincerà a preparare la sfida con la Juve del 6 gennaio a Torino con i soliti problemi: Anguissa, Ounas e Koulibaly in Coppa, il dubbio Osimhen, le condizioni di Insigne e Fabian, la squalifica di Mario Rui. Anno nuovo, vita vecchia.


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