Napoli, i retroscena del blitz di De Laurentiis e della cena della squadra

A Castel Volturno mentre i giocatori iniziavano le esercitazioni è arrivato anche il presidente che ha seguito tutto il lavoro. Poi il colloquio con Spalletti e il momento collettivo a Pozzuoli
Napoli, i retroscena del blitz di De Laurentiis e della cena della squadra
Antonio Giordano
4 min

NAPOLI - Non per soldi, ma per danaro: perché in questa vita altrimenti grama, già privata di cento milioni nell’ultimo biennio, ci sia dentro un sorso di felicità e un filo d’oro a cui aggrapparsi. Ora che il gioco si sta facendo duro, e c’è il rischio di ritrovarsi tra le dita solo trifogli e un senso di smarrimento che farebbe male all’anima, al Napoli è stato chiesto di rimettersi a giocare, come ha saputo fare per sette meravigliosi mesi, cominciati nell’agosto scorso e statisticamente evaporati all’80° di domenica scorsa, in un 24 aprile che ha aperto ferite sanguinose e riproposti antichi misteri: ma questo non è il momento di lasciarsi andare, avendo già dato con tre tweet paradossali, perché mentre mancano appena 360' alla fine, val la pena di sentire il richiamo dell’orgoglio. «Prendiamoci la Champions, perché in questo biennio abbiamo dovuto fronteggiare una situazione difficile e visto volare via duecentocinquanta milioni». Quando Aurelio De Laurentiis è comparso a Castel Volturno, in quella che diviene l’alba di nuovi giorni, è già tutto abbondantemente scritto dentro il labirinto della memoria, nella quale è vietato perdersi: un anno fa, più o meno di questi tempi, il tracollo con il Verona definì di fatto il secondo «fallimento» tecnico consecutivo e spalancò l’estate ai rimpianti, lasciando nel bilancio un vuoto complessivo di 100 milioni di mancati incassi da una Champions divenuta la zattera d’un calcio che a certi livelli diventa insostenibile senza tutto quel cash.

Riunioni

Alle dieci, proprio mentre Spalletti e i calciatori stavano per scendere in campo, De Laurentiis si è presentato a Castel Volturno, ha salutato con il sorriso dei momenti idilliaci, ha lasciato le proprie contorsioni della domenica su una panca, ed ha provveduto a spargere normalità intorno a sé e dentro un gruppo di uomini disorientato almeno quanto lui, per aver buttato via non solo una partita ma persino un sogno. «Bisogna rimanere tranquilli e riuscire a raccogliere almeno questi cinque punti che ci mancano per la aritmetica certezza della Champions. E comunque sarebbe bello riuscire a chiudere in bellezza il campionato». Perché non rimanga semplicemente un velo d’amarezza, dentro una stagione nella quale è esistita una rifondazione: dalle macerie del 23 maggio, con una città avvolta nei suoi veleni, è riemersa per lunghissimi tratti la consistenza tecnica di un gruppo che Spalletti ha riequilibrato ed abbellito. Poi, ci sono scappati gli incidenti di percorso, gli accidenti del destino e gli errori umani e anche grossolani che hanno prodotto una forbice dalle milanesi e consentito alla Juventus di farsi sentire alle spalle: il terzo posto, che assicura pure una dignità calcistica non irrilevante, è l’opzione principale, insieme al passaporto da regalarsi per potersi accomodare al tavolo delle Grandi e banchettare con loro.

Insieme a cena

Mentre la squadra era in campo, a lavorare, De Laurentiis si è intrattenuto a osservare l’allenamento. E poi, a seduta ultimata, s’è intrattenuto con Spalletti e gli staff. Sì, il presidente e l’allenatore se ne sono stati a chiacchierare per fotografare il momento con la lucidità di chi ha potuto rivedersi mentalmente quei 463 secondi - cosa sono 463 secondi nel corso di un campionato? - lo spartiacque tra la gioia e la disperazione. Poi, la cena tutti insieme, al «Serapide» di Pozzuoli, per provare a divagare, per analizzarsi, per alleggerire la tensione e anche per parlarsi (ovviamente), perché non si può far finta che non sia accaduto niente. Le quattro giornate del Napoli stanno per cominciare, dentro ci sono cinquanta milioni di euro e un orizzonte da ritagliarsi ancora tra le nobili del calcio. Non è poi così male, a pensarci bene.


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