Napoli più giovane e meno caro: cosa c’è dietro la doppia strategia

Due le priorità strettamente connesse per la società azzurra: svecchiare la rosa e adeguarne il costo al nuovo FFP della Uefa
Napoli più giovane e meno caro: cosa c’è dietro la doppia strategia© EPA
Fabio Mandarini
4 min
Tagsnapoli

NAPOLI - Meglio la gioventù: è quello che deve aver pensato il Napoli alla vigilia della programmazione della stagione che verrà. Un anno comunque ambizioso, secondo la dichiarazione di un De Laurentiis che ha annunciato di voler fare di tutto per riportare lo scudetto, ma anche un anno nel quale l'unica eccezione potrebbe avere le sembianze totemiche di Koulibaly. Ovvero: l'unica deroga possibile riguarda l'eventuale rinnovo di Kalidou, in scadenza nel 2023, ma la linea guida che sta ispirando il lavoro della società è chiarissima: abbattere il monte ingaggi. L'operazione è nel pieno ed è già riuscita considerando che i bilanci sono stati alleggeriti di oltre 40 milioni lordi - 21 netti -, ma allo stesso tempo è andato in scena anche una specie di lifting: a conti fatti, valutando la formazione della stagione precedente e facendo un confronto con quella che oggi Spalletti potrebbe schierare, il Napoli è ringiovanito di (quasi) tre anni. Sì: l'età media è passata da 28,9 a 26 anni. Il simbolo? Kvaratskhelia, 21 anni, dieci meno di Insigne. E dunque dell'uomo di cui ha preso il posto nella rosa e di cui proverà a onorare l'eredità in campo.

Nuova politica

E allora, da Lorenzo a Kvara: nessun paragone e nessun parallelismo, è davvero tutto ancora prematuro, però l'arrivo della stellina georgiana al posto dell'ormai ex capitano sintetizza perfettamente la nuova politica societaria. Ovvero: va via un giocatore di 31 anni con uno stipendio da 5 milioni di euro netti, e arriva un ventunenne pieno di talento e speranze che guadagnerà molto meno della metà. Non fa una piega: era questo l'obiettivo dichiarato dal club ed è questa la missione inaugurata con la cessione lampo di Manolas a dicembre 2021 (31 anni e 4,2 milioni di stipendio). Finanziariamente, insomma, è già nel pieno l'adattamento al nuovo FFP dell'Uefa: il costo della rosa, stipendi più ammortamenti, non potrà superare il 70% dei ricavi. Tecnicamente, invece, l'idea è puntare con maggiore convinzione su calciatori più giovani, in rampa di lancio ma con meno pretese iniziali. Un incastro perfetto per le esigenze, insomma.

Giovane formazione

L'età media della formazione titolare della vigilia della stagione precedente - salvo poi qualche ovvio cambiamento in corsa - era di 28,9 anni: con l'uscita del quasi trentaquattrenne Ospina, del trentunenne Insigne e del trentacinquenne Mertens (salvo incredibili colpi di scena), e al netto degli ingressi del venticinquenne Meret, del ventiquattrenne Olivera e del ventunenne Kvaratskhelia si arriva a una media di 26 anni. Già, Olivera: lui si giocherà il posto con Mario Rui, trentunenne di ferro considerando l'impressionante numero di partite collezionate dal 2017 e dunque dall'infortunio di Ghoulam, ma in rosa è entrato proprio al posto di Faouzi. Altro alfiere di 31 anni: ai fini del calcolo, insomma, non cambia nulla.

Che coppia

Due anni fa, dopo il suo acquisto, De Laurentiis parlò di un Napoli Osimheniano: beh, quello sul quale Spalletti comincerà a lavorare sin dal prossimo sabato a Dimaro sarà il Napoli di Osi e Kvara. Quarantaquattro anni in due e un potenziale tutto da scoprire: strappi, accelerazioni, profondità, gioco verticale, cross, assist e gol. Il programma e la teoria sono questi. Fatto sta che i due ragazzi così diversi e così lontani, uno nato in Nigeria e l'altro in Georgia, sono i candidati ideali a rappresentare e incarnare la nuova anima della squadra che proverà a confermarsi in Italia e che dopo due stagioni nel limbo tornerà a vivere le grandi notti di Champions. Meglio la gioventù. Cioè: la meglio gioventù. A voi.


© RIPRODUZIONE RISERVATA