È decisamente illuminante la lettura della splendida intervista esclusiva rilasciata da Cristiano Giuntoli ad Alessandro Barbano per il Corriere dello Sport. Dimostra come un altro calcio sia possibile: in campo, giocando la partita perfetta contro il Liverpool, una Grande d'Europa letteralmente demolita dal Napoli di Spalletti; fuori dal campo perché se prendi un talento del calibro del ventunenne Kvara Kvaratskhelia soffiandolo alla concorrenza, pagandone il cartellino 10 milioni di euro e assicurando al giocatore un ingaggio netto annuo di 1,.2 milioni di euro, firmi un capolavoro. E non è il solo.
Sostiene Giuntoli, rispondendo alla domanda di Barbano ("Immaginavate di dover salutare, tutti insieme, Koulibaly, Insigne, Mertens e Fabian?"): "Era un rischio da correre. Il coronavirus aveva messo in ginocchio le finanze, volevamo riportare il club in un circolo virtuoso. Per farlo, dovevamo arretrare con i salari. Alla fine il divorzio è stato una scelta obbligata". E ancora: se Navas guadagna 15 milioni di euro lordi, si capisce perché sia saltata l'operazione con il Psg. Zerbin? "L'abbiamo scovato qualche anno fa nel Gozzano, faceva l'Interregionale. Con Zanoli, Gaetano e Marfella rappresenta il nostro vivaio manifatturiero".
Cogliendo fior da fiore dal Giuntolipensiero, si comprende come e perché Aurelio De Laurentiis che il 6 settembre 2004 divenne presidente del Napoli Soccer, compiuta la maggiore età nella gestione partenopea, abbia impresso una svolta senza precedenti, consapevole di avere gli uomini giusti al posto giusto perché la rifondazione avesse successo: Andrea Chiavelli, l'amministratore delegato; Cristano Giuntoli e Maurizio Micheli, lo scopritore di Marek Hamsik, capo dell'area scouting che già nel 2015 aveva il nome di Zambo Anguissa nel database. Tutto si tiene.