Più che l’abusato refrain sul ritorno degli anni ’80 e al duello Milan-Napoli durante le indimenticabili ere di Sacchi e degli olandesi da una parte e di Diego Maradona dall’altra, la super-sfida di San Siro tra due delle capolista del campionato insieme all’Atalanta che domenica sera chiuderà il programma della 7ª giornata di Serie A deve essere letta in chiave… moderna, visto che a sfidarsi saranno due delle squadre più "europee" del calcio italiano.
Milan e Napoli, dalla Champions alla A con la stessa mentalità
I risultati in Europa lo dimostrano, almeno quelli di questa stagione, visto che rossoneri e azzurri guidano i rispettivi gironi di Champions League e se è vero che il Milan deve ancora affrontare il Chelsea, teorica prima forza del raggruppamento, mentre il Napoli è a pieni punti dopo aver strapazzato Liverpool e Rangers, è innegabile come proprio il miglioramento nel rendimento avuto da entrambe le squadre in Europa in questa stagione sia una spia della crescita che i gruppi di Stefano Pioli e Luciano Spalletti hanno vissuto da un’annata all’altra, grazie a sessioni di mercato oculate e alla sagacia dei due allenatori.
Milan e Napoli, quando la bellezza non è fine a se stessa
Possesso palla, ma non fine a se stesso, bensì sempre sostenuto da un adeguato movimento dei giocatori senza palla per dettare i passaggi, ma anche pressing alto: sono queste le caratteristiche in comune di Milan e Napoli, che sembrano poter essere le garanzie per una partita ad alto contenuto spettacolare, ma soprattutto atletico, quindi su ritmi molto elevati. Proprio come accade nelle grandi sfide di Champions League. I dati parlano infatti chiaro, collocando Napoli e Milan rispettivamente al secondo e al quinto posto dopo due giornate per possesso palla (61% per gli azzurri, 53,2% per i campioni d’Italia), al primo e quarto per tiri totali (Napoli 126, Milan 98) e a terzo e al quarto posto per conclusioni nello specchio (Napoli 35, Milan 30). Come dire: Pioli e Spalletti sono uniti da un’idea di calcio che predilige il controllo del gioco con pazienza, ma non in maniera sterile, per poi arrivare alla conclusione con ottime percentuali di precisione. Il tutto senza dimenticare che entrambe le squadre hanno già dimostrato di essere in possesso di efficaci piani B quando le partite non si incanalano nei binari giusti: solo il Milan, infatti, ha guadagnato più punti da situazioni di svantaggio rispetto al Napoli in campionato, sette contro sei, segnale che denota carattere, la qualità delle alternative a disposizione e la bravura dei tecnici nell’individuare i necessari correttivi tattici.
Kvaratskhelia tira, De Ketelaere dribbla: decideranno le stelle del mercato?
Certo, le assenze illustri in attacco toglieranno parecchia qualità alla partita. Napoli senza Victor Osimhen, Milan senza Rafa Leao: chi perde di più? Il maggior numero di alternative a disposizione di Spalletti, seppur con caratteristiche differenti rispetto al nigeriano, spingono a dire che dovrebbero essere i rossoneri ad accusare maggiormente il colpo e i dati lo confermano. Pioli perderà infatti al contempo il giocatore della propria rosa che ha tirato di più (dato in comune con Osimhen), in assoluto e nello specchio, e che ha effettuato più dribbling nel primo scorcio di stagione del Milan. I riflettori saranno quindi inevitabilmente puntati sugli altri due super talenti under 23 pronti ad illuminare San Siro, Khvicha Kvaratskhelia e Charles De Ketelaere: il primo è l’azzurro che ha effettuato più tiri in porta e promette di creare non pochi problemi alla difesa del Milan con i suoi tagli, mentre il secondo ha già 11 dribbling all’attivo proprio come Leao. Una specialità, quella della superiorità numerica nelle zone “calde”, in cui la stella georgiana e in generale tutto il Napoli non brillano, se è vero che la squadra di Spalletti non ha alcun giocatore nella top 10 di questa classifica.
Napoli, il pressing alto la chiave per mettere in difficoltà il Milan?
Ecco allora spiegato uno dei punti di divergenza tra Milan e Napoli a livello tattico e di preparazione delle partite. Il Napoli gioca con un baricentro più alto, facendo durare di più sia il pressing alto quanto il famoso “gegenpressing” made in Klopp, ovvero la pressione per recuperare il pallone una volta che se ne è perso il controllo. Non a caso quella di Spalletti è la squdara che ha fatto più recuperi offensivi del campionato (60) e più tiri dopo aver recuperato il pallone in zona alta (13) e quella che domina la graduatoria dei tocchi in area avversaria: 209, addirittura 40 più dell’Inter seconda e oltre 68 più dello stesso Milan. Come dire, il possesso del Napoli è rapido ma prolungato, con tanti tocchi soprattutto al limite o all’interno dell’area avversaria, costringendo la controparte a difendere molto basso, anche se Spalletti ha la possibilità di variare anche questa caratteristica in base alla scelta del centravanti che sostituirà Osimhen, tra Simeone, più abile nell’attacco alla profondità e la cui presenza quindi richiederebbe quindi una diversa gestione del possesso, e Raspadori, più portato alle triangolazioni con i compagni.