Pagellone Napoli: i voti di questi primi tre mesi

Tutti i protagonisti di questo incredibile inizio di stagione degli azzurri: undici vittorie consecutive, 41 punti in campionato e qualificazione in Champions
Pagellone Napoli: i voti di questi primi tre mesi

MERET 7.5

Si riappropria di se stesso ripetutamente, con prodezze che si perdono nella immensità del Napoli. Un altro si sarebbe smarrito, dopo un’estate da precario o l’errore con il Bologna: non solo talento, pure il carattere. 

DI LORENZO 7.5

Robocop nella versione calcistica. Non salta un nano-secondo, non indugia mai troppo, attacca e quando occorre difende. E da capitano sta sempre lì, in soccorso di chi ha bisogno della sua diagonale. 

RRAHMANI 7

La sorte gli strappa a Cremona la sagoma dalla foto-ricordo di quest’avvio, ma tornerà a gennaio e la sua leadership servirà per indicare la strada e reggere la linea, intorno a suggerimenti silenziosi. 

KIM 7.5

Si ingobbisce soltanto con l’Udinese, in tre minuti in cui sente evaporare le distanze ed il pallone. Ma è un muro che difficilmente si sgretola, anzi. Ed è stato eretto immediatamente, a presa rapida. Dalla Corea del Sud con furore. 

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OSTIGARD 7

Ha un fisico bestiale, e andrebbe bene già così. Poi l’umiltà di stare lì ad imparare: nel frattempo, un gol in Champions ai Rangers (e un altro annullato per millimetri a Liverpool). Non male, eh. 

OLIVERA 7

L’altra faccia di una corsia che aveva bisogno, da un po’, di energia fresca. L’unica cosa di sinistra che si colga (calcisticamente, non politicamente) è la sua esuberanza ma anche l’intelligenza nel riempire le partite della sua presenza. 

JUAN JESUS 7

L’ultimo mese, con l’infortunio di Rrahmani, gli è stato sufficiente per dimostrare cosa significhi “professionalità”. Altro che usato sicuro, e poi ha “appena” trentuno anni. Un giovanotto che ha un passato alle spalle. 

ZANOLI 6

Tutta colpa di Di Lorenzo (si fa per dire). Ma i ragazzi sanno crescere nell’ombra e studiare. Avrà i suoi momenti, potranno essere di gloria; ma si muove teneramente, con dolcezza rassicurante. 


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ANGUISSA 8

Danza sul pallone, tra le linee, fa le due fasi, dà l’ampiezza al centrocampo e pazienza se l’infortunio gli toglie brillantezza e sembra l’appesantisca. È una farfalla che svolazza con una meta precisa. 

LOBOTKA 8.5

Il paragone con Iniesta pare una terribile esagerazione, l’iperbole di un mondo che si lascia andare dialetticamente con sufficienza. In sedicesimi, ha i tratti di don Andrés, e una capacità di declamare poesia come bambini a Natale. 

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NDOMBELE 6.5

Ha impiegato un po’ di settimane per togliersi la ruggine dai muscoli e poi ha sistemato la sua sagoma nel cuore del centrocampo, un po’ per far rifiata Zielinski e un po’ per far riprendere Anguissa. Riservista ma doc.... 

GAETANO 6

Non è facile intrufolarsi con tutti quei mostri che gli stanno davanti. Per Spalletti potrà diventare un regista, intanto se la spassa e cresce con discrezione nell’ombra. 

DEMME 6

Sarebbe il vice-Lobotka, con tendenze chiaramente diverse. Ma ha potuto prendersi poco, perché pure il destino gli ha tolto possibilità con un infortunio che gli ha rubato via un bel po’ di partite. 


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LOZANO 7

S’attacca alla fascia, la demolisce con gli scatti che fanno male, diventa l’uomo in più da spedire per spaccare le linee e per costruire a campo largo. Un missile terra-terra che demolisce e che sta nel dualismo con Politano con signorilità. 

OSIMHEN 9

Va oltre i numeri - sono dieci gol tra campionato e Champions - e va al di là del bene. È un’Iradiddio, un assatanato, una proiezione fantascientifica dell’attaccante moderno, qualcosa di sovrannaturale. Il calcio che verrà e che non è solo forza della natura. 

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ELMAS 7

Tra Bergamo e l’Udinese dà il meglio di sè, ma non solo per i due gol (che sono belli): l’interpretazione, dovendo sostituire Kvara, è viva ed articolata attraverso movimenti che consentono di addobbare le due fasi. 

SIMEONE 7.5

Le statistiche lo raccontano meglio di qualsiasi altro discorso: sei gol in appena 386’ e sono prodezze pesanti, come a Milano, come a Cremona, come con il Liverpool. In panchina ma per modo di dire, perché è parte integrante. 

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KVARATSKHELIA 9

La perla che l’asse Giuntoli-Micheli scova nel mare magnum d’un football attraversato con competenza. Perché chiedersi dove possa arrivare, se in quel genio non si intravedono limiti? Dategli un pallone, inventerà un dribbling. 

ZERBIN 6.5

Sta vivendo la sua personalissima favola: dal Frosinone alla Champions, con la benedizione di Spalletti che - quando può - gli allarga il minutaggio (105’) e gli fa respirare il calcio imponente. 

RASPADORI 7

Ha davanti Osimhem e quando il nigeriano si ferma ha la capacità di cancellare quell’assenza pesante. Un investimento che ha un senso e che ne dà un altro in prospettiva, perché il golden boy ha appena 22 anni. 

SPALLETTI (ALLENATORE) 9

Il calcio che non s’è (quasi) mai visto: speciale, spaziale, di un’eleganza che confonde sino ad affascinare. La Grande Bellezza spalmata ovunque, in Italia e in Europa, che incanta e seduce. Terribilmente sexy. 


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MERET 7.5

Si riappropria di se stesso ripetutamente, con prodezze che si perdono nella immensità del Napoli. Un altro si sarebbe smarrito, dopo un’estate da precario o l’errore con il Bologna: non solo talento, pure il carattere. 

DI LORENZO 7.5

Robocop nella versione calcistica. Non salta un nano-secondo, non indugia mai troppo, attacca e quando occorre difende. E da capitano sta sempre lì, in soccorso di chi ha bisogno della sua diagonale. 

RRAHMANI 7

La sorte gli strappa a Cremona la sagoma dalla foto-ricordo di quest’avvio, ma tornerà a gennaio e la sua leadership servirà per indicare la strada e reggere la linea, intorno a suggerimenti silenziosi. 

KIM 7.5

Si ingobbisce soltanto con l’Udinese, in tre minuti in cui sente evaporare le distanze ed il pallone. Ma è un muro che difficilmente si sgretola, anzi. Ed è stato eretto immediatamente, a presa rapida. Dalla Corea del Sud con furore. 

Napoli, pazzesco Kim: primo errore stagionale, e si scusa sui social!

OSTIGARD 7

Ha un fisico bestiale, e andrebbe bene già così. Poi l’umiltà di stare lì ad imparare: nel frattempo, un gol in Champions ai Rangers (e un altro annullato per millimetri a Liverpool). Non male, eh. 

OLIVERA 7

L’altra faccia di una corsia che aveva bisogno, da un po’, di energia fresca. L’unica cosa di sinistra che si colga (calcisticamente, non politicamente) è la sua esuberanza ma anche l’intelligenza nel riempire le partite della sua presenza. 

JUAN JESUS 7

L’ultimo mese, con l’infortunio di Rrahmani, gli è stato sufficiente per dimostrare cosa significhi “professionalità”. Altro che usato sicuro, e poi ha “appena” trentuno anni. Un giovanotto che ha un passato alle spalle. 

ZANOLI 6

Tutta colpa di Di Lorenzo (si fa per dire). Ma i ragazzi sanno crescere nell’ombra e studiare. Avrà i suoi momenti, potranno essere di gloria; ma si muove teneramente, con dolcezza rassicurante. 


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