Osimhen-Raspadori, il Napoli è già pronto per l’Inter

Gol del nigeriano e doppietta per l'italiano nel test contro il Crystal Palace: segnali precisi in vista della ripartenza
Osimhen-Raspadori, il Napoli è già pronto per l’Inter© FOTO MOSCA
Antonio Giordano
4 min

NAPOLI - Sembra tutto finto, e d’altro canto le chiamano amichevoli, ma dentro quell’ora e mezza - in cui c’è esclusivamente tutto da perdere e niente da guadagnare - bisogna intrufolarsi, possibilmente con la testa giusta, e rischiare ma mettendoci la faccia e soprattutto i piedi. In un inverno fresco che sa di primavera, con quel tepore che dà sensibilità al talento, Victor Osimhen e Giacomo Raspadori si sono tuffati - entrambi - con un carico di rimpianti da restarne soffocati, hanno evitato di adagiarsi nei ricordi per non farsi ulteriormente male e poi, per dimenticare Doha e quel po’ d’autostima che avrebbe rappresentato un Mondiale lasciato lì con tutta l’amarezza che fa da contorno, hanno provato a ricordare a se stessi che la vita è bella e continua.

Show

In una serata turca sfruttata non a caso domenica 11 dicembre pure per riempire il vuoto televisivo, non dovendo fare share ma avendo la necessità di spedire messaggi al macro-universo calcistico, Osi e Raspa, Raspa e Osi o però se vi piace anche Raspadosi, la crasi del gol, hanno diffuso attraverso le pay a pagamento, gli Ott e il mondo del football in astinenza il meglio del loro repertorio, qualcosa che, l’avessero potuto mostrare a Doha, avrebbe spinto alle copertine con addobbi natalizi consegnate dalle renne che sembra li trascinino con una maglietta un po’ naif (diciamo così). La premiata Osi e Raspa, in una giornata altrimenti semi-piatta, ha sommato la spavalderia dell’uno e l’eleganza dell’altro, l’ha fusa e poi spalmata in quell’ora e mezza con il Crystal Palace. E quando Osimhen si è messo a danzare in area, senza che ci fossero luminarie - e quasi neanche l’illuminazione - un pizzico di enfasi può esserci scappata dinnanzi a quei palleggi tra avversari rimasti ad osservarlo (ma senza batter le mani) quasi fossero statuine d’un presepio virtuale: una, due, tre volte, e pure dopo essersi accomodato un attimo il pallone di petto, con la girata nell’angolo lontano per chiuderla ed invocare un abbraccio, un’«ohhhh» d’ammirazione, un gesto che certificasse la prodezza.

Segnali

Ma affinché fosse chiaro a chiunque che la genialità può essere sommata, separata per esigenze tattiche o anche alternata, Jack Raspadori, entrato dopo un po’, ha intuito che non è ancora il momento di prendersi pause, che val la pena - sempre e comunque - di diffondere il proprio calcio, pieno di bellezza, più o meno come quella di Osi o del Napoli di Spalletti, che proprio non sa fare a meno d’un estetismo che non è di facciata, è uno stato dell’anima. E nella penombra e nella solitudine, per salutare Antalaya, ci ha messo quel piedino che sa di zucchero filato, il destro, collo-interno, ed ha trasformato l’appoggio normalissimo in un pezzo di bravura che non dà punti ma appaga, che ha avuto la funzione poi di aprire ad una doppietta nella quale c’è stato (persino) un pezzo di normalità, perché cosa volete che sia una girata sul traversone-scarico di Zanoli? Victor Osimhen ha segnato tra campionato e Champions League già dieci gol - eppure ha giocato appena 1073', il doppio di Raspadori, che ha messo assieme 1248': Doha poteva essere il loro red carpet, solo che il destino - più precisamente il Ghana e la Macedonia - ha deciso per loro, costringendoli a raschiare il fondo del repertorio per cominciare a scorgere la cima. Il circolo Raspadosi annuncia nuove esibizioni...


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