Napoli-Roma, Kvaratskhelia è pronto: ecco il suo nuovo mondo

Domani ritorna in squadra e attorno a lui cresce forte l’attesa di nuove prodezze
Napoli-Roma, Kvaratskhelia è pronto: ecco il suo nuovo mondo© FOTO MOSCA
Antonio Giordano
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Quante cose in quel ragazzo: lui è un Millennial, lo dice la sua carta d'identità, oppure è la NextGen, e quello è scritto nel talento o nella speranza o nei dribbling o nelle veroniche che squarciano nuovi universi e tracciano un orizzonte verdebiancoerosso. Ventidue anni tra due settimane, è poco più di un bambino, è assai più di un prodigio, è un fenomeno paranormale che come una calamita reclama l’attenzione dei media mondiali e come una calamità fa paura alle difese avversarie, perché ogni finta è una specie di coltellata nell’anima. Quando Khvicha Kvaratskhelia atterrò a Castel Volturno, nel mistero più fitto per una scelta coraggiosa e insolita, gli assegnarono - ovviamente - la corsia di sinistra: lo fecero per consentirgli di sprigionare il suo tiraggiro in georgiano; forse pure per colmare quel vuoto lasciato dall’addio di una bandiera, che era pure il capitano; quasi sicuramente, avendo consapevolezza di una fantasia estrema, per soffocare immediatamente un rimpianto che non si è avvertito, perché alla seconda giornata, dopo l’ouverture con Verona e Monza, si era già piombati nella Kvaramania, una dimensione favolistica che ha finito per rapire.

Dieci milioni e lode

Con dieci milioni di euro, nel calcio mondiale, si possono ancora fare molte cose, come per esempio scovare un fuoriclasse 3.0, un genietto che ha impiegato un attimo per conquistare Napoli, per scatenare intorno a sé la curiosità più morbosa dell’universo mediatico, che ora sistema sotto la lente d’ingrandimento quel capolavoro estivo di Cristiano Giuntoli e l’eleva - come ha fatto pure The Guardian - in uno dei «più grandi affari della storia recente». E (probabilmente) anche di quella più remota. Con dieci milioni di euro, per giochicchiare un po’ con le statistiche, venti anni fa, quando Kvaratskhelia stava ancora in braccio alla mamma, si acquistava praticamente niente: ce ne vollero undici al Sunderland per comprare Tore André Flo (30 anni, in quei giorni) dai Rangers; ne servirono 13 all’Atletico Madrid per farsi dare Javi Moreno (che ne aveva 29) dal Milan; ce ne vollero 15 al Parma per arrivare ad Adriano, (ex) imperatore dell’Inter, lui sì ventunenne, che però poi si sarebbe buttato via.

I suoi mondi

Kvara è la copertina sbarazzina di questo calcio che con lui sa di nuovo, è «il fascino selvaggio e anticonformista» che il New York Times sistema nella propria foliazione ed eleva ad eroe post-moderno nel tempio di Diego, è il fuoriclasse che rientrerà con la Roma - dopo aver dovuto rinunciare al derby con la Salernitana - per tentare di tagliare la resistenza difensiva di Mourinho, la sua rigorosa organizzazione, la severità dei raddoppi special che tolgono il campo e anche il respiro.

La stella

Kvarastella è tante cose assieme, per esempio è anche Kvaradona, ma è soprattutto un terribile scugnizzo che salta l’uomo, crea la superiorità, cerca la porta, insiste nel dribbling e poi scarica sul compagno che se la passa meglio: sette assist in campionato, soltanto un in meno di Milinkovic principe della materia, altri tre in Champions, che fungono da corredo ai suoi nove gol in 1473', perché le botte e le sterzate ne hanno minato un po’ il fi sico, s’è buscato una lombalgia insopportabile, ne ha dovuto saltare tre di seguito prima della sosta (Atalanta, Empoli e Udinese) e una a Salerno, stavolta per colpa dell’influenza. Kvara è pronto, nella sua elegante, spudorata sfacciataggine, si è candidato anche da rigorista ed è lo specialista che a Marassi è stato ufficialmente designato da Spalletti. Perché nei dieci milioni è compresa pure anche la freddezza dagli undici metri. Kvara all inclusive.


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