Oro Cholito: Napoli, è il momento di Simeone

L’infortunio subito da Raspadori e il ciclo ravvicinato di partite rilanciano l’argentino in attacco
Oro Cholito: Napoli, è il momento di Simeone© LAPRESSE
Fabio Mandarini
4 min

NAPOLI - Simeone come Elmas. Ora più che mai: se Elif è già diventato una sorta di dodicesimo titolare conquistando gradualmente stima e minuti, l’assenza forzata di Raspadori catapulta il Cholito in fuga nelle rotazioni d’attacco. Sì: alla vigilia del primo ciclo a perdifiato dopo il Mondiale, una danza che in quattordici giorni vedrà il Napoli di scena in quattro partite tra il campionato e la grande Europa, l’entusiasmo e soprattutto l’impatto realizzativo di Gio saranno fondamentali per Spalletti. Su tutti i fronti: il ragazzo che sognava la Champions è diventato uno dei protagonisti della fase a gironi con 4 gol in 5 partite e in Serie A ha già risolto serate complicate come quelle di San Siro con il Milan e del Maradona con la Roma. Una garanzia. Un centravanti di razza che, in attesa di determinare con precisione i contorni dell’infortunio di Jack e i tempi di recupero, sarà inevitabilmente investito di ulteriori responsabilità. Scudetto e coppa: e pensare che un anno fa, di questi tempi, lottava con il Verona per un finale sereno. E segnava. A raffica: le vecchie, sane abitudini. 

Unico tris

E allora, il sogno del Cholito. O forse è meglio dire una stagione da sogno: 8 gol in 18 partite e 533 minuti. Con una media super - una rete ogni 66,6’ - e un primato: passerà alla storia della stagione come l’unico della rosa ad aver segnato in tutte le competizioni. Coppa Italia compresa. I numeri complessivi sono questi, ma dietro le quinte c’è molto di più: ci sono la forza di volontà, la serietà e le doti di un centravanti vero, capace di regalare alla squadra 4 punti fondamentali per la cavalcata tricolore partendo dalla panchina con Milan e Roma, nonché di regalarsi il primo e storico graffio in Champions all’esordio con il Liverpool. Scena: dentro al 41’ al posto di Osi, tre minuti e via. Il 3-0 della serenità è suo. Per la verità fu suo anche il merito di spaccare la complessa sfida dell’andata con la Cremonese, ancora ferma sull’1-1 fino al 76’. Fino a un micidiale colpo di testa vincente. Un cabebazo dei suoi.

La qualità

L’esplosione di Osimhen, una specie di uragano, ne ha inevitabilmente limitato presenze e minuti, ma Simeone spiegò proprio a Cremona il significato del calcio del Napoli: «Quello che conta è la qualità del tempo». Cioè come sfruttarlo: e lui è un maestro del genere. L’infortunio rimediato martedì da Raspadori, però, ha complicato ulteriormente il ritorno alla frenesia: il Napoli affronterà in due settimane il Sassuolo (domani), l’Eintracht in Champions (martedì), l’Empoli (25 febbraio) e la Lazio (3 marzo). Tre trasferte consecutive e per concludere la sfida con Sarri al Maradona: Spalletti qualcosa cambierà e di certo serviranno gli straordinari in attacco anche a partita in corso.

All-in

In un solo concetto: bisogna dosare energie e uomini. Per il presente e nell’ottica di un futuro prossimo praticamente decisivo: dall’11 al 19 marzo, giorno dell’ultima partita prima della sosta, gli azzurri si giocheranno tantissimo in campionato nelle sfide con l’Atalanta in casa e il Torino in trasferta, e poi la qualificazione ai quarti di Champions nel bis con l’Eintracht al Maradona. Una sorta di all-in che potrebbe andare in scena interamente senza Jack: si vedrà. Ma sia chiaro: l’asso argentino è sempre nella manica della tuta di Spalletti. Lo dicono i numeri. E i gol. 


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