Napoli-Milan, Spalletti e Pioli hanno consegnato le chiavi a Lobotka e Bennacer

Lo slovacco e l’algerino portano in campo il gioco dei due tecnici e ne sintetizzano tutte le idee
Napoli-Milan, Spalletti e Pioli hanno consegnato le chiavi a Lobotka e Bennacer© ANSA
Alberto Polverosi
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Napoli-Milan, largo alle idee. Quelle di Spalletti e Pioli e delle loro estensioni sul campo, Stanislav Lobotka e Ismaël Bennacer, uno slovacco e un algerino, rappresentanti di Paesi che storicamente non hanno quasi mai fornito registi di quel livello. Sono due eccezioni ma anche due giocatori eccezionali. Nel loro modo di giocare sintetizzano il gioco delle loro squadre, lo portano sul campo del ragionamento, della riflessione, del pensiero pronto e rapido.

C’è un aspetto che li avvicina ed è la crescita della loro carriera, giunta al punto più alto nell’anno dello scudetto, quello di qualche mese fa per Bennacer e quello fra qualche settimana per Lobotka. Quando nell’estate del 2019, partendo dal Castellani di Empoli, l’algerino è arrivato a San Siro, dentro la maglia rossonera ci largheggiava. Sembrava troppo per lui. Era quanto sarebbe accaduto poco dopo a Lobotka all’allora San Paolo di Napoli, arrivando da Vigo. La loro fortuna ha il nome dei loro allenatori, Pioli e Spalletti. Oggi i due guidano la manovra di due squadre che in 16 giorni si sfideranno tre volte a cominciare da domenica sera.  

Lobotka e Bennacer, le caratteristiche

Lobotka è un regista classico, un regista vero. Bennacer ogni tanto pensa anche da mezz’ala. La differenza sta proprio in quel pensiero: lo slovacco perde un pallone ogni cento e, come dice Eraldo Pecci, ex regista del grande Napoli di Diego, quando la perde ha la capacità di riconquistarla subito, aiutato anche dal pressing in avanti di tutta la squadra. Non cerca mai il colpo a effetto, il suo calcio è semplice come efficace. Anche lui ha un movimento tutto suo, la girata su se stesso, fa perno col busto intorno alla palla, si gira e si libera dell’uomo. Avendo al suo fianco un calciatleta come Anguissa può godere spesso di una piacevole libertà. In B, al primo anno di Empoli, Bennacer si alternava in regìa con Castagnetti, come oggi, gli càpita con Tonali. In A, al secondo anno empolese, è diventato il regista titolare di un centrocampo a tre con Krunic e Traoré mezze ali. Nell’ultima partita di quel campionato 2018-19, Spalletti conquistò la Champions proprio contro l’Empoli (retrocesso proprio per la sconfitta di San Siro) di Bennacer, che giocava davanti alla difesa con Acquah e Traoré ai fianchi. Fra i toscani c’era anche il capitano del Napoli di oggi, Giovanni Di Lorenzo. L’algerino, a differenza di Lobotka, va spesso alla ricerca di quella giocata, si muove molto per vie orizzontali. Giocando distanti dalla porta avversaria, nessuno dei due ha il gol facile. Sono quattro reti in quattro campionati col Milan per Bennacer, appena due in tre campionati e mezzo col Napoli per Lobotka. 

In questa stagione il napoletano è decisamente il miglior regista della Serie A, nessuno si avvicina al suo livello tecnico. Per il Napoli è la prima certezza. Per Bennacer è una stagione che un infortunio muscolare ha reso più complicata e meno brillante rispetto a un anno fa. Ma domenica sera Pioli ha bisogno di lui per rimettere il Milan in corsa anche in campionato. In attesa della prossima sfida in Champions. 


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