Pino Daniele capirà: oggi Napoli si concederà una licenza calcistica e proverà a indossare soltanto tre dei mille colori. Verde, bianco e rosso: altro da aggiungere? Beh, in verità sì: lui, lo scudetto. Un sogno che oggi potrebbe diventare realtà nel caso dell’incastro ormai famosissimo. Una filastrocca che anche i bambini hanno imparato a memoria: la Lazio non deve battere l’Inter a San Siro nella partita-aperitivo delle 12.30 e gli azzurri devono vincere il derby delle 15 con la Salernitana. La strada è unica, non si scappa: non c’è altra combinazione possibile, non ci sono deroghe. Un po’ come accadrà in città: il Comune, la Prefettura e la Questura hanno studiato un piano capillare per provare a gestire e a tutelare l’enorme flusso di persone annunciato. Già, perché il popolo dei tifosi si mischierà con quello dei turisti: sconfinati in entrambi i casi. Il Centro cittadino sarà chiuso alle auto e alle moto dalle 14 alle 4 di domani e per tutto il weekend saranno vietati l’uso e la vendita dei fuochi d’artificio. Il club, invece, li farà brillare al Maradona se sarà. Se arriverà. Se il Napoli e Napoli saranno di tre colori: scusa Pino, ma oggi è così.
Cosa succederà allo stadio
E allora, lo Scudetto Day: che frenesia, che ansia, che bellezza. La città è azzurra da tempo, da un mese, mentre il cuore che già batteva forte ha cominciato a scappare all’impazzata ormai da una settimana: i diecimila di Capodichino, quelli che hanno atteso la squadra in aeroporto dopo il trionfo con la Juve, sono stati adrenalina pura. Un delirio. Uno spettacolo. Un po’ come quello che andrà in scena oggi allo stadio se gli dei del risultato di Lazio-Inter e del derby saranno d’accordo o comunque non si metteranno di traverso: giochi di luce, la musica, qualche ospite a sorpresa. Forse, chissà: tra richieste e riunioni, il tempo a disposizione non è stato poi mica tanto. Di certo, dicevamo, ci saranno i fuochi: il Maradona è free zone. È la capitale del pianeta Napoli: è qui che De Laurentiis vuole la festa ed è qui che eventualmente festeggerà con i suoi invitati. Amici, parenti, gli staff e la squadra (con famiglie): niente passerella con il bus scoperto. Già scelta la location: i calici saranno alzati nel lounge della Tribuna Autorità. Cena in piedi e champagne. E un po’ d’animazione: si parla di Clementino e Gigi D’Alessio, tanto per citare due nomi, ma le presenze non sono ufficiali.
Tutti a piedi
Tutto confermato, invece, sotto il profi lo dell’ordine pubblico: duemila agenti in arrivo da Roma affiancheranno quelli presenti sul territorio; ambulanze e medici in azione (sperando che si godano la festa e nulla più); gli uomini dell’esercito e i vigili del fuoco a presidio dei monumenti; il Centro della città chiuso, blindato con novantuno varchi dalle 14 alle 4 di domani. Primo maggio: caos nel caos. Il principio è stato il seguente: che sia una festa a piedi, green, ecologica e sicura. Auto e moto colpite da una mitragliata di divieti di transito e accesso, ma i servizi dei mezzi pubblici sono tutti rinforzati. Il sindaco Manfredi ha coniato anche lo slogan: «Che sia una festa bellissima ma una festa responsabile». Moderna, internazionale come ormai è anche la città: Napoli è invasa dai turisti; e tanti, tantissimi sfi lano per le strade con le maglie della squadra e con quella che fu del Diego. La 10 di Maradona: il mito.