Napoli, da Scalvini a Traore tutti i nomi per il mercato

Il club attende di chiarire le questioni tecniche, ma le trattative non si fermano. Oltre a Hojlund piacciono pure Beto e Samardzic dell’Udinese
Napoli, da Scalvini a Traore tutti i nomi per il mercato© Getty Images
Fabio Mandarini
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La caccia è partita, il principio consolidato: il Napoli proverà a trovare altri Kvara e altri Kim, altri Lobotka e altri Osimhen. E d’accordo, la missione non è semplice ma la storia ha insegnato che è possibile. E dunque ripetibile. Detto questo, che non è mica poco considerando anche che De Laurentiis ha spiegato di voler vincere ancora in Italia e di cominciare anche la scalata alla Champions, una premessa è obbligatoria. Anzi necessaria e inevitabile: il mercato è irrimediabilmente legato alle posizioni del d i rettore sportivo e dell’allenatore e in questa fase vive la dantesca condizione di coloro che sono sospesi. In un solo concetto: fino a quando il libro non sarà scritto fino all’ultima pagina la costruzione del futuro procederà a ritmi meno sostenuti. Ma non si fermerà: a prescindere dalla questione-Juve, infatti, il lavoro svolto finora da Giuntoli e dall’area scouting coordinata da Maurizio Micheli resta. Eccome. 

Voglia di vincere

E allora, scatta l’operazione maquillage. I ritocchi alla squadra campione d’Italia: non ci sarà troppo da fare, o meglio è quel che sembra, ma in ogni caso il presidente ha dichiarato che si lavorerà per continuare a vincere. Un pilastro, un garanzia sulla quale fondare il futuro: nessun dubbio al riguardo. I primi nomi, nel frattempo, sono già sistemati in una lista destinata a diventare sempre più ampia: Scalvini è il difensore che piace per un prevedibile dopo Kim; Hojlund e Beto gli attaccanti su cui piombare se Osimhen dovesse volare via; Adama Traore il parametro zero avvistato da mesi. E ancora: il mercato spagnolo è una fonte dalla quale attingere e Yeremi Pino una tentazione come Gabri Veiga. Un esterno offensivo e un centrocampista. Giovani e gagliardi, stile Kvara. O giù di lì: i prezzi non sono da discount. 

Il diamante

Hojlund, tanto per citare il nome dorato del gruppo, è un gioiello danese di 20 anni che brilla per mezza Europa che conta e che l’Atalanta valuta come un diamante purissimo: il discorso non si affronta per meno di 60 o 70 milioni di euro e ciò significa che il capitolo sarebbe approfondito nel caso di cessione di Osi. E ancora: Beto, 25 anni e la cittadinanza italiana, è un gigante che corre e attacca la profondità e che il Napoli ha cominciato a seguire andando davvero in profondità. Anche in virtù degli ottimi rapporti tra De Laurentiis e Pozzo. Sul taccuino c’è anche il tedesco Samardzic, 21 anni di un talento delizioso che vive di lampi e che cerca continuità; però la stoffa è pregiata. Come quella di Pulisic, 24 anni, freccia americana in uscita dal Chelsea: è stato proposto ma ha parametri molto elevati. 

Bimbo d'oro

La questione relativa alla difesa non può prescindere dal futuro di Kim. Il nuovo totem che però lo United è pronto a portare a Manchester attraverso la clausola rescissoria: urge un rimedio, certo. E se il rinnovo di Juan Jesus è già ufficiale e quello di Rrahmani ormai soltanto da completare con la firma del presidente, è ovvio che bisognerebbe (bisognerà) trovare una soluzione per coprire il vuoto. L’identikit? Italiano, giovane, capace di interpretare più ruoli e anche di giocare il pallone e fare gol: in pratica il profilo di Giorgio Scalvini, 19 anni esibiti in campo con un’invidiabile personalità, l’ennesimo prodotto dell’infinito vivaio dell’Atalanta. 

Generazione iberica

Ci sono gli italiani, cioè i prodotti fatti in casa Serie A, e poi quelli della Liga. Ragazzi spagnoli che hanno catturato l’attenzione del Napoli già da un po’: Gabri Veiga, ventenne centrocampista del Celta Vigo che sa inserirsi e anche graffiare come raccontano i 9 gol realizzati in questa stagione (con 4 assist a completare il menù). Piace tantissimo lui e piace anche Yeremi Pino, esterno d’attacco capace di recitare a destra e a sinistra e altro rappresentante della generazione iberica dei ventenni in copertina. Cose da Napoli, insomma.


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